L’esotismo erotico, gusto borghese reso popolare dalla fotografia

postato in: Senza categoria | 1

esotismo erotico - 5Con l’affermarsi della fotografia, l’esotismo erotico da gusto pittorico borghese si diffuse in ogni ceto attraverso le cartoline postali. Nel mio archivio – assemblato senza criterio come un bricabrac – ho una carte postale parigina, presentata al Salon del 1903, di L. A. Giradot, intitolata: ‘Le bain maure’”, edita dello studio Raphael Tuck & Fils. (La qualità della immagine è bassa, trattandosi di riproduzione seriale in larga scala, limiti riproduttivi che permasero a lungo in tale tipo di editoria). Nella composizione fatta in studio, il nudo di donna dai capelli scuri potrebbe essere di qualsivoglia modella parigina o nordafricana, a causa dei caratteri somatici somiglianti; perciò, essendo dedicata al “bagno moresco”, era necessario enfatizzare l’esotismo attraverso la scenografia: servi vestiti alla moresca, e, sullo sfondo, sono evidenti sia l’arco a ferro di cavallo sia le decorazioni murarie arabesche. Quel gusto – rinvenibile anche in dipinti coevi, tra i più belli presenti nel Museo Quai d’Orsay – incrementò la sua diffusione in seguito all’espansione coloniale francese nella regione africana corrispondente alle attuali Algeria e Tunisia; affacciandosi pure nella moda parigina dei salons: esposizioni campionarie periodiche, riservate in origine alla pittura e in seguito estese alla fotografia, al suo diffondersi e perfezionarsi in arte e tecnica. Addirittura, in certe occasioni, tra pittura e fotografia il connubio tematico realistico dell’esotismo erotico previde anche la condivisione di comuni spazi espositivi. Ma qui non è il caso di dar fondo a conoscenze storiografiche che avrei scarse. Mentre racconterò in breve quel che mi capitò, decenni fa, alle prese con la passione del collezionismo di vecchie foto pescate in archivi privati, gentilmente prestatemi il tempo necessario a riprodurle. Un’amabile signora anziana, vedova d’un carabiniere, non esitò a mostrarmi la sua piccola raccolta familiare. (A quel tempo, anni ’70, era ancora comune trovare modeste collezioni di storie familiari per immagini). Nella quale mi colpì una fotografia stropicciata e sbrendolata di nudo femminile: una coppia di donne, l’una in piedi e l’altra accasciata a fianco d’una chitarrina, e, sullo sfondo grossolanamente naturalistico, un cielo dalle nubi chiare e scarsa vegetazione floreale di contorno. “Questa foto – disse la vedova –, mio marito la teneva nel portafoglio. E ci tengo che tu me la riporti!” esotismo erotico - 6Volontà che puntualmente rispettai, apprezzando la cura affettuosa della vedova, sorretta dalla complicità con lo scomparso; di cui le restavano altri ritratti: da solo e, più spesso, in compagnia di commilitoni o d’un cavallo, o in scene allegre statiche (a beneficio di fotografo) o animate, in mezzo a gente di stirpi diverse. Quel carabiniere, infatti, si trovava a svolgere il servizio militare nei territori del Corno d’Africa, occupati dagli italiani. Già avevo visto soffietti formati da cartoline illustrate attaccate tra loro e ripiegate l’una sull’altra, con immagini pittoresche di questa o quell’altra città. Ma non avevo ancora visto, in formato simile, rappresentazioni dei territori occupati dall’Italia: con monumenti, pure un testone del Duce (l’intonaco sbrecciato svelava una struttura in mattoni),esotismo erotico - 4 edifici pubblici, capanne, animali, abitanti in foggia indigena e numerosi ritratti femminili seminudi di ragazze di colore, alcune delle quali, d’una bellezza affascinante. esotismo erotico -2esotismo erotico -1esotismo erotico -3All’epoca c’era pure una canzone “Faccetta nera bell’Abissina” dedicata a quel tipo esotico di bellezza: dal profilo somatico simile alle persone di carnagione chiara ma di pelle scura. Le donne del Corno d’Africa erano tanto affascinanti e numerose da mettere in ridicolo la presunta superiorità della razza ariana. Non solo, quella naturalezza femminile scollacciata, la censura del regime non la considerò oltraggiosa del buon costume. Anzi, quelle foto di graziose nerette desnude erano disponibili al pubblico sui banchetti dei souvenir coram populo. Ma, nonostante che il buon carabiniere fosse circondato da tanto bendiddio, teneva nascoste nel portafoglio le sue stropicciate bellezze di pelle chiara, sebbene alla famiglia avesse riportato un documentato souvenir della sua missione in Abissinia, nudi esotici femminili inclusi. www.ferrucciofabilli.it

Condividi!

  1. Castellani massimo

    Grande Ferruccio…molto interessante…e vaiii…gassee