John Keoe, protagonista a Cortona d’una start up straordinaria: culturale economica e di costume

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jack 1La morte del prof. John Kehoe, Jack per gli amici, è occasione di ricordi carichi di gratitudine (non retorica) per un caro amico cortonese-statunitense: a Cortona ebbe la cittadinanza onoraria e vi acquistò un’abitazione. Grazie a Jack, come direttore, al suo staff e alla prof.ssa Aurelia Ghezzi, dal ’69 fu scelta Cortona a sede dei corsi estivi d’arte dalla prestigiosa UGA di Athens in Georgia. Università pubblica, per qualità di insegnamenti (artistici, architettonici, letterari, medico-veterinari, ecc.,) competitiva con l’altrettanto prestigiosa e vicina Università di Atlanta. L’arrivo, in estate, di consistenti allegre brigate studentesche statunitensi suscitò un processo economico nuovo e importante: il turismo culturale dalle caratteristiche stanziali, diverso dal mordi e fuggi, rappresentando anche una ‘rivoluzione’ culturale e di costume per Cortona e il circondario tra Arezzo, Siena e Perugia. Senza dimenticare che Kehoe fu precursore per altre università nordamericane, insediatesi in città vicine, e che, nella sua lungimiranza, Jack donò al Comune uno studio per la realizzazione di scale mobili… Il successo della summer school fu tale che, poco dopo, l’Università di Athens acquistò una sede permanente, allargando l’accoglienza a docenti e studenti, realizzando a Cortona una sua prestigiosa succursale. Finestra aperta sull’arte, l’architettura, la storia, in definitiva, sulla cultura italiana. Jack, insegnante, artista plastico (una sua opera bronzea donata a Cortona fu collocata nella Rotonda del Parterre) e d’indubbie qualità manageriali, dal nulla riuscì allestire un’efficiente sede formativa nella città ben disposta a collaborare, se pur limitata nelle disponibilità finanziarie e priva di strutture adeguate alla bisogna. Eppure, l’amalgama tra il pragmatismo americano di Kehoe e il suo staff e la generosa improvvisazione cortonese, superarono le difficoltà iniziali, complici insegnanti e studenti che trovarono gradevole la calorosa accoglienza, come fu benaccetta la location in una Città storica straordinaria. Nel frattempo, tra gli effetti benefici secondari, insieme all’economia cittadina crebbe un diffuso interesse per la lingua inglese tra i giovani residenti…e non nacquero solo episodiche relazioni tra giovani del Vecchio e del Nuovo mondo, ma anche durature amicizie tra persone d’ogni età. Di amicizie Jack fu generosissimo, ricevendo molti concittadini persino a casa sua, come n’ebbi occasione negli anni Ottanta. Jack, nella sua ampia residenza tipica del sud statunitense, accoglieva gli amici con calore, oserei dire all’italiana, mettendo a suo agio l’ospite, non abbandonandolo mai un attimo, anzi, creando nella giornata visite e incontri sempre interessanti. Persona stimata e dalle buone relazioni, che condivideva volentieri, ricordo la visita in Comune dove ricevetti la cittadinanza onoraria di Athens (e conobbi la vigenza di soli due mandati del sindaco, che da noi venne dopo), stesso onore attribuito al mio predecessore, Tito Barbini, che per giunta, grazie a Jack, dalla UGA fu nominato dottore honoris causa, titolo che, mio malgrado, ho dovuto guadagnare studiando… Incontrai con Jack, al ricevimento ufficiale, tutta la poderosa organizzazione della UGA, in testa il Preside e la sua predecessora, Miss Trotter, che aveva assecondato Kehoe nella scelta di Cortona. Visitammo il grande stadio di football americano (da circa ottantamila posti), proprietà universitaria, dove giocano i Bulldogs, squadra studentesca d’alta classifica. Jack organizzò pure un party privato, presente la delegazione cortonese (mia moglie Carla, Ivan Accordi, sua moglie Adriana, la figlia Antonella e il marito Paolo Spiganti, la sorella di Ivan e suo marito Zio Brunello) e una rappresentanza di docenti colleghi di Jack e Aurelia Ghezzi, accompagnata dal marito Bob, chimico simpaticissimo, ch’ebbe tanti amici cortonesi nel gioco delle bocce a Porta Colonia, e gran bevitore. In realtà, quella sera furono molti i bevitori, trascinati in interminabili gare di resistenza dal nostro campione, Zio Brunello, che uno ad uno costrinse alla resa ogni volenteroso concorrente… Ci mascherammo, alla loro moda, nella notte di Hallowin, mescolati a studenti e familiari di Jack, la moglie Marilyn e quei loro figli che ancora non avevano preso il volo da casa (già a diciotto anni negli USA, i figli, per studio o lavoro, si spostavano da un capo all’altro dell’immenso paese). Fu, in breve, un’immersione totale nella vita e nelle abitudini americane, per quanto concentrata in pochi giorni, della quale ho ricordi nitidi d’aver assistito in anticipo a fenomeni che, in seguito, avremmo visti insorgere anche qui da noi. Perciò, per un’infinità di aspetti, resto grato dell’ospitalità a Jack, con Aurelia Ghezzi impegnata a farci da interprete, avendo noi cortonesi poca dimestichezza d’inglese. Grazie alla duttile praticità di Jack e a un’esperta organizzatrice di viaggi, sua moglie Marilyn, avemmo tempo di visitare pure la capitale georgiana, l’iper-tecnologica Atlanta, e in Florida la città di Orlando e lo strambo mondo di Disneyworld, e la metropoli per eccellenza, New York, sentendoci sicuri per la vigile assistenza, pur remota, dei coniugi Kehoe. Anche in Italia, Jack, Marilyn e i loro figli han dimostrato amicizie generose e allegre. Ho avuto modo di raccontare l’episodio di Jack insignito d’una medaglia del Pci, durante una sera alla Festa dell’Unità. Complice un fresco bianchetto, ci volle del buono per convincere l’entusiasta Jack a non fregiarsi in America di quella ‘pericolosa’ medaglia…Come c’è da dire che, grazie alla UGA, due sindaci comunisti dal consolato di Firenze ebbero sul passaporto il nulla osta d’ingresso negli USA, quando di norma era proibito. La storia delle relazioni umane a volte è capace di aggirare certi tabù di Stato, grazie alla fiducia tra le persone e amicizie sincere. E con Jack e la sua famiglia, la nostra pur breve frequentazione personale è stata di tale intensità ch’è perdurata fino a ieri, con messaggi augurali di Buone Feste che ogni anno Jack m’inviava, e, purtroppo, d’ora in poi non riavrò. www.ferrucciofabilli.it jack 3jack 2

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