ILIO STANGANINI, politico di razza scelse d’esser primo in Selva che secondo in Città

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Bruno Borgogni – tra i maggiori dirigenti sindacali e politici provinciali aretini del Pci e della Cgil – sosteneva che, se Ilio Stanganini fosse vissuto in una grande città, sarebbe salito ad alti livelli, ritenendolo politico di razza intelligente e capace. Ma Ilio è vissuto sempre nei luoghi natii, dove non ha mancato di mostrar talento pur senza aver seguito scuole alte e svolgendo il mestiere di pollaiolo. Scherzosamente, lo chiamavano “sindaco” di Montecchio. Titolo che non sdegnava, né era campato in aria. Per anni, Presidente di Circoscrizione che, oltre Montecchio, raccoglieva buona fetta del Chiuso cortonese: San Lorenzo, Farneta, Chianacce, Cignano,…In quella carica, Ilio ebbe il merito di risolvere problemi con equanimità, lungimiranza e tempismo, dal più sperduto casolare alle frazioni maggiori. Agli inizi dell’esperienza circoscrizionale, non mancò la diffidenza dei vari campanili verso un montecchiese, dubitando che si sarebbe comportato equanimemente, anche a causa del mito dell’epoca sullo strapotere montecchiese, persino si diceva che i montecchiesi comandassero l’amministrazione comunale. In effetti Montecchio, detta la Piccola Russia per la forte organizzazione comunista, fu crogiolo di politici che coprirono rilevanti incarichi amministrativi e sindacali a vario livello. Tra loro emerse anche Ilio, organizzatore capace e dalle qualità di leader. Eletto segretario comunale dei giovani comunisti, raccolse oltre 1100 iscritti. L’elevata incidenza tra popolazione giovanile e iscritti alla Fgci e il dinamismo impresso da Stanganini, portò a Cortona Enrico Berlinguer (segretario nazionale dei giovani comunisti) a conoscere quella esperienza. L’incontro tra Ilio ed Enrico rimase nella memoria dei due. Tanto che Berlinguer, divenuto segretario nazionale del PCI, in visita a Cortona nei primi anni ottanta, chiedendo notizie su Ilio, raccontò un divertente aneddoto al loro primo incontro. Dopo pranzo, Ilio prese la parola per il discorso di circostanza, e nell’enfasi oratoria gli piacque inserire senza carestia la parola “purtroppo”, ritenendola assertiva di cose positive: “Cari compagni purtroppo abbiamo ospite il segretario nazionale… Caro compagno Berlinguer, purtroppo siamo una forte organizzazione…” e così via discorrendo, co sto “purtroppo” messo in mezzo come il cavolo a merenda. Berlinguer, presa la parola, non volle esser da meno, palleggiando anch’egli quel curioso intercalare: “Cari compagni, e caro Ilio, purtroppo la pastasciutta era buona!…” (Agli interessati alle vicende di Ilio, protagonista indiscusso in battaglie di emancipazione contadina nelle campagne cortonesi, rimando alla lettura d’un suo ampio racconto contenuto nel mio libro “I Mezzadri”, tuttora reperibile presso la Cgil o la libreria Le Storie di Camucia). Per la stima acquisita, Ilio avrebbe potuto ambire a incarichi rilevanti e remunerati, politici e sindacali, e svolgerli con tenacia e competenza, mentre invece seguitò a svolgere la laboriosa attività di pollaiolo, conquistando clienti anche in città grandi come Firenze. Dove il ceto medio apprezzava gli animali da cortile ruspanti portati dai pollaioli cortonesi, agli esordi in valigie di cartone, già spennati o pelati. Ilio si motorizzò con un furgoncino, per consolidare la rete commerciale, mantenendo una dimensione aziendale familiare. Anche perché seguitò a destinare copioso tempo alla politica e all’amministrazione della cosa pubblica, in Circoscrizione. A chi gli chiedeva perché non ambisse a incarichi di assessore comunale, ammoniva: “Meglio esser primo in Selva che secondo in Città!…”. Ricordare in poche parole iniziative e opere realizzate, sotto l’impulso di Ilio, dal consiglio circoscrizionale sarebbe lungo e fuori luogo. Basti dire che in quel periodo tutte le frazioni concordarono efficaci programmi di edilizia mense e trasporti scolastici, migliorò lo stato della viabilità anche secondaria, fu estesa la rete degli acquedotti, dell’illuminazione pubblica e degli impianti sportivi… Ilio, pur temperato da saggio realismo politico, era come un mastino che s’attacca agli stinchi finchè non gli si molla l’osso!.. In un caso, ebbe la sfortuna di sposare una causa perdente: la realizzazione delle Terme di Manzano, nel momento in cui il termalismo entrò in crisi e lo Stato non l’incentivò più sotto forma di permessi retribuiti ai dipendenti. A onor di Ilio, però, gli va riconosciuta una fede incrollabile sull’acqua di Manzano, avendo in testa anche uno slogan, chiosando “Chianciano fegato sano” in “ Manzano c…o sano”, avendone riscontrate – lui diceva – proprietà afrodisiache. Un’altra vicenda, invece, testimonia la prontezza e lucidità di Ilio. In occasione del pronunciamento del PCI cortonese per dar il via al progetto del nuovo ospedale della Fratta. Di fronte alla spaccatura del partito, tra chi riteneva prematura tale decisione e chi invece era per iniziarne subito l’iter, Ilio pose il suo indubbio prestigio a favore dell’avvio immediato delle procedure, finchè non la si spuntò sui resistenti. Bell’uomo, dal carattere forte e deciso, s’imponeva sulla scena in qualsiasi discussione per eloquio spigliato ed essenziale, dotato pure di una struttura fisica massiccia che sicuramente non dispiaceva al gentil sesso, dando origine al mito di Ilio gran seduttore, su cui si è molto favoleggiato.
In questi giorni, Ilio se n’è andato. Lasciando un vuoto a Montecchio e tra i tanti che l’hanno conosciuto e apprezzato per vitalità, un tempo prorompente, lealtà e franchezza, che, se aveva qualcosa da dire, non la mandava a dire, così com’era fedele alla parola data… appartenuto a una generazione che s’è battuta per ideali essenziali: quali la partecipazione alla vita collettiva e l’attenzione ai bisogni delle persone, non aspettandosi in cambio alcun utile personale.
www.ferrucciofabilli.it

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2 risposte

  1. Alfredo mariottoni

    Ottimo Ferruccio, in poche righe hai descritto benissimo Ilio, io che per molti anni, me lo portavo alla domenica alla partita, e poi abitavamo a 100 metri, me ne ha raccontate di vicende successe nella sua vita politica, e negli ultimi tempi penso che delle vicende del partito molto travagliate ne soffriva ma da vecchio politico non ne ha mai parlato.