Un’allegra brigata ai “giochi senza frontiere” a Diest

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Letto l’articolo di Enzo Lucente sull’avventura ai “giochi senza frontiere”, gli ho chiesto di raccontare la mia fugace e spassosa gita di un giorno a Diest. Era fine estate e la nuova Giunta comunale, da me presieduta, si era appena insediata. Trovammo tutto, o quasi, preordinato, tra la precedente Giunta del sindaco Tito Barbini e il presidente dell’Azienda di Soggiorno Giuseppe Favilli, che, tra tutti, si era speso di più per il successo di quella presenza in eurovisione, notevole spot pubblicitario per Cortona. E, a quel che risultava, i nostri giovani e baldi concorrenti si erano ben preparati a gareggiare in abilità atletiche, sotto la guida del professore di ginnastica Pasquini. Dovendo la Giunta indicare i rappresentanti della Città, vista la rinuncia spontanea del meritevole Favilli, furono scelti la vice sindaco Maria Emanuela Vesci e l’assessore Viti Angelo, in perfetto equilibrio nella parità di genere. Di sua iniziativa, li avrebbe raggiunti l’assessore Fosco Berti, marito di Denise, originaria della bella città di Gand non lontana dai giochi. Per me, decisi di partecipare al tifo la giornata della gara, a mie spese, con l’amico Ademaro Borgni alla guida della sua vettura; in due giorni, da solo, andare e tornare da Diest sarebbe risultato troppo impegnativo.
Inaspettata, alla vigilia delle prove, mi giunse in ufficio una telefonata affannosa e preoccupata di Berti: qualcuno doveva salire in una carrozza in rappresentanza di Cortona… il corteo si stava formando e della delegazione ufficiale non c’era traccia. Berti chiese: “Che faccio?… Salgo io?… Mi nomini rappresentante di Cortona seduta stante?…” Assecondai, senza esitazione, il volenteroso novello alfiere cittadino.
Il giorno della prova preliminare, con Borgni, facemmo la sgroppata, da Cortona a Diest, giungendo al calar del giorno, stanchi ma sereni, senza contrattempi. Affamati, il pensiero fu dove cenare. Trovammo allettante il nome del ristorante: “Grotta di Capri” o simile…c’era un Capri nell’intestazione. Anche nell’idea di trovare suggerimenti dove dormire la notte. L’impatto fu subito negativo: in città e dintorni, gli alberghi erano tutti occupati dai partecipanti ai giochi…finchè un commensale, capito il disagio, parlottando col ristoratore si incaricò di risolverci il problema. Avremmo seguito la sua vettura fino a una destinazione a lui nota. Sulla strada, verso l’auto in sosta, incontrammo l’allegra brigata cortonese, euforica per il successo dei ragazzi: vincitori delle prove!…ottimo auspicio per la gara ufficiale. Giusto il tempo di saluti fugaci, ci demmo appuntamento l’indomani mattina, obbligati a non trattenerci per non disturbare la nostra guida all’albergo. Buio pesto e nebbia. Dopo una breve escursione su strade di campagna, giungemmo a una palazzina illuminata da vetrate velate al pian terreno. L’accompagnatore neppure scese, salutandoci fece intendere che eravamo attesi. In effetti, una signora era sulla porta, in elegante lunga vestaglia da camera (compatibile con l’ora tarda), e ci accompagnò in stanze al piano superiore: ampie e ben arredate. Non poteva capitar meglio a una cifra non esagerata. Raggiunte le camere, le luci al pian terreno aumentarono i riflessi esterni. Pronti, com’eravamo, a coricarci, al dettaglio non demmo importanza. Poche decine di minuti dopo, già accucciati a letto, dal basso salirono strani rumori. Effusioni amorose e un bidè finale. Sarà stata una coppia caliente e frettolosa, pensammo. Alla secondo e alla terza effusione con bidè finale, capimmo che eravamo ospiti d’un elegante bordello! La mattina facemmo una buona colazione, e del bordello non c’erano più tracce, tranne un paio di assonnate signorine che in disparte prendevano il caffè. All’ora convenuta, fummo tra i primi all’adunata cortonese. Finché giunsero i membri della delegazione ufficiale, il Vice Sindaco e l’Assessore e un accigliato Natale Bracci, con cui era evidente una disputa in atto sulle traversie notturne per raggiungere l’albergo: chi guidava l’auto si era trasformato in occasionale pilota di Formula 1… Nella nebbia e non pratico delle strade, il guidatore aveva trascorso un paio d’ore girando al tondo nel circuito automobilistico che una volta all’anno era la pista del gran premio del Belgio… Il tardo pomeriggio fu deludente. La squadra cortonese, che alle prove era risultata prima, nella gara finale aveva perso sprint, forse appagata dalla prova generale: i ragazzi – pensammo – nella notte avranno smarrito la concentrazione…e, da battute raccolte qua e là, si capiva che c’era stata una distrazione di massa, salvo me e Borgni che, invece, ci sorbimmo il fracasso notturno delle altrui distrazioni. Non solo, a causa di tal friccicorio erotico, era stato sfiorato lo sputtanamento cortonese in eurovisione: Milly Carlucci, indispettita, aveva minacciato di non presentare la trasmissione in TV, a causa di un concittadino che gliela aveva chiesta insistentemente e in modi ineleganti. C’erano volute scuse ufficiali e lunghe trattative per farla recedere dal suo astioso proposito!
Prima di rimetterci in strada diretti a casa, ci trattenemmo con altri cortonesi a cena, offerta da Ivan Accordi. La birra scorse a boccali, tanti quanti ne conteneva uno a fianco all’altro la superficie del tavolo a cui eravamo seduti. La questione iniziale era stata: il bianco vergine, portato in quantità dai cortonesi, aveva procurato mal di testa a mezza Diest, mentre la birra non dava il trip del giorno dopo, perciò tutti a darci dentro!… Finché, trip o non trip, qualcuno della delegazione fu notato essersi trasformato in una “cosa farfugliante”, che si ribellò persino all’offerente la cena, Ivan Accordi, gridandogli: “Se vuoi mangiar le vongole, ordinale!…” dal piatto gli era stata presa per assaggio la minuzia d’un mitile… Finito il banchetto e tracannati un bel po’ di boccali di birra, con Borgni decidemmo il rientro non più sobri né ubriachi, dal momento che ci alternammo tutta la notte alla guida, avendo pure imbarcato un terzo, “Ucellino”, Oliviero Bennati, preso in giro dai compagni di ventura che stava abbandonando: “Vai a casa perché hai paura che la moglie ti sgridi!”…e una sequela di battutacce simili verso il povero “Ucellino”, finché non prendemmo il largo dalla comitiva cortonese di resistenti… all’alcol. Non vincemmo i giochi, ma forse lasciammo di Cortona ricordi festosi nelle malinconiche brume di Diest.
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