Quito e l’Ecuador piacevoli porte di accesso al Sud America [Altri percorsi]

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ecuador 3 389È utile curare il respiro a 2800 metri s.l.m. Il Centro Historico di Quito è visitabile a piedi, magari a tappe. Per vedute panoramiche, suggerirei salire al Panecillo (Panino). Il mammellone, a lato del Centro Historico, partecipa a comporre la corona naturale di rilievi che nascondeva la vista ai nemici dell’abitato primitivo, alle pendici del vulcano Pichincha e d’una cascata.  Punto d’osservazione sulla città vecchia e sulla sterminata città nuova, spartiacque ideale tra il Nord e il Sud della metropoli, sviluppata tra gole di vulcani per decine di kilometri. Oltre a bancarelle varie, un’imponente Madonna alata alta trenta metri domina l’altura. Scendendo in città, s’incontrano scene popolari: venditori d’ogni sorta fiancheggiano le strade, agitandosi e ciarlando come nei mercati rionali d’ogni latitudine.

In Quito, – per esteso: San Francisco De Quito – lo spirito francescano offre architetture simili alla Verna nella chiesa convento di San Diego degli Scalzi, con a fianco il Museo “Del Padre Almeida”. Convento un tempo ai margini urbani (ora inglobato) per allontanare i frati dalle tentazioni. L’arguzia francescana, facendo di necessità virtù, dedicò il Museo a un frate impenitente rubacuori e festaiolo, redento da un miracoloso crocifisso ligneo parlante, scocciato da Padre Almeida che l’usava come scala per scavalcare le mura del convento, nottetempo, durante le  scappatelle.  

Maestosa è la chiesa-monastero omonima dell’antistante Plaza San Francisco (San Diego dei frati Scalzi, simile alla Verna, è ben più contenuto). Il complesso sovrasta un gigantesco “atrio”: alto 4metri, lungo 80, largo 15. Sull’armoniosa architettura del gigantesco manufatto – di proporzioni Vitruviane e dai ricchi arredi artistici interni -, per giustificarne lo sfarzo e i molti soldi spesi, i frati inventarono una leggenda: Cantugna e il diavolo. Cantugna era il costruttore vincolato a ultimare il complesso entro una certa data, oltre cui non avrebbe ricevuto alcun compenso. La notte prima della consegna, i lavori in alto mare, era disperato. Gli si presentò in aiuto il diavolo che gli propose, in cambio dell’anima, di ultimare i lavori per l’indomani. Cantugna accettò, a condizione che ogni pietra fosse collocata al suo posto, nessuna esclusa. Il diavolo accettò e mosse l’inferno. Sul far del giorno era tutto fatto! E il diavolo si presentò a Cantugna per prendersi l’anima. Costui, però, negò quella pretesa: mancava una pietra! Che il birbante aveva divelta di nascosto. Così il diavolo fu sconfitto. Ma taluni, non troppo convinti dalla versione dei frati, ipotizzarono che gli stessi, scavando, avessero trovato tesori nascosti. In effetti, il monastero era sorto sopra l’antico abitato raso al suolo dagli Incas. Terza ipotesi, forse più vera: Cantugna avrebbe scoperto il mitico tesoro Incas, e donato ai frati in cambio d’una cappella ricca di arredi a lui dedicata, costruita lì a fianco.

Si contano poco meno di venti, tra chiese e complessi chiesa-monastero, a presidiare i quartieri cittadini. Opere agibili, destinate a funzioni religiose, benché, alcune, son divenute: musei scuole università uffici. Qualificando un tessuto cittadino ricco, a fianco di altri grandi edifici laici destinati: al Governo, alla Banca Nazionale, al Carcere. Alla visita a collezioni preincaiche, già suggerita, aggiungerei il Museo della Città, dove n’è repertata l’evoluzione. Dai primi insediamenti in capanne alle dimore coloniali dei ricchi latifondisti e pubblici ufficiali; ornamenti e armi primitive a confronto con le temibili armi spagnole; disegni e plastici sulle vessazioni verso i nativi commesse dai conquistadores e i loro eredi, metixos che considerarono senz’anima, inizialmente, i nativi; l’“educazione” data agli indios da religiosi dei vari ordini: imponendo il cristianesimo, la lingua spagnola, e nuove tecniche agricole e artigianali. Colonie Sudamericane sfruttate, per secoli, dalla Corona spagnola con tasse inique, depredando forza lavoro, ricchezze minerarie, e artigianali. Varietà di produzioni tessili, specie in lana alpaca, oggi concentrate nel mercato settimanale coloritissimo di Otavalo. A nord di Quito. Sulla strada, villaggi abitati ancora da sciamani, specchi d’acqua pescosi, varietà di flora e uccelli ambite da frotte di turisti. Fenomeni naturalistici concentrati  presso le foreste pluviali a Mindo. Seguendo poi la strada panoramica Panamericana, a destra e manca, splendide gole tra alti vulcani, coltivate e abitate, offrono itinerari alternativi. Verso foreste, fiumi, cascate, remoti  villaggi andini e amazzonici, città storiche come Cuenca, buen retiro di pensionati da tutto il mondo, per bellezze architettoniche e clima perenne primaverile. D’interesse, la scesa da Quito al mare di Montagnita e Guayaquil. S’incontrano aree specializzate agricole (famosi i bananeti, e non solo), zone desertiche, e abitati quale Montecristi, dov’è prodotto il famoso cappello Panama superfino. Città natale del liberale modernizzatore Presidente della repubblica (1895-1901), José Eloy Alfaro Delgado, contrastato e trucidato, perché deciso sostenitore dei diritti umani. A lui è dedicato un memoriale. I nativi amazzonici, tutt’oggi, sono mobilitati a difesa del loro habitat, violato da barbari prelievi petroliferi che stanno distruggendo, a ritmi forsennati, siti incontaminati nel polmone del mondo: l’Amazzonia. Prima di arrivare al bel Malecon (Molo lungofiume) nella torrida Guayaquil, seconda città ecuadoriana, si può deviare. Verso la piccola Isla de Plata, impropriamente detta Galapagos dei poveri, dinanzi Puerto Lopez. Tartarughe marine, sule piedi azzurri e altre rare specie aviarie sostano nell’ostile habitat della foresta secca, assistendo paciose a incessanti via vai turistici. Nel mare circostante si pescava coi cormorani, ai quali, stretti i gozzi con anelli, si faceva rigurgitare il pesce a bastonate! Oggi è proibito. Oltre, ci si rilassa nella rivierasca Montagnita – clima festaiolo e onde ambite dai surfisti -, assaltata da giovani freak da tutta l’America, del Nord e del Sud. E, ancora, spiagge sabbiose e scavi arcaici (Las Vegas) nel circondario di Santa Elena. Il volo per casa attende a Guayaquil, che per prima si rese indipendente dagli spagnoli, nel 1820.[Fine]

fabilli1952@gmail.com

Cover_viaje en quitoquitoecuador 3 011equador 2014, 1 888Gita a Mindo,ecuador 3 150Quito, statua di BenalcazarChiesa e convento di San Diego, piazzale antistanteCasa del Alabdo - figura sciamanica- arte preincaica equador 2014, 2ecuador 3 423equador 2014, 2 293ecuador 3 449Isola de la Plata, coppia di sule piedi azzurri (2)ecuador 3 190ecuador 3 355ecuador 3 139ecuador 3 411

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