PERCHE’ VOTARE VERUSCA CASTELLANI A SINDACO DI CORTONA?

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Salvo manipoli d’ultras politici, in tanti cittadini trovo disorientamento, disaffezione al voto, incertezza sulle prospettive, disapprovazione sulle “minestre riscaldate” in campo. Col mio passato da sindaco (PCI) di Cortona, molti hanno seguitato a interrogarmi su che pensassi sui sindaci in carica e sull’andamento delle amministrazioni comunali. Interrogativi infittiti a ridosso d’elezioni comunali. Un “ridosso” che stavolta non è stato “sotto elezioni”, bensì dura da più d’un anno, avendo ricevuto commenti su due persone in particolare: sul sindaco in carica, Meoni, e sul ri-candidato Vignini, usato non sicuro. (A proposito d’usato, ricordo la battuta su come giudicare un politico, basta domandarsi: ci compreresti un’auto usata?). Domande insistite ricevute su quei due, autocandidati da molti mesi. Devo dire che le facce più perplesse l’ho viste in persone della loro stessa area politica d’appartenenza. Gente di destra a dirmi: “Perché non fate una lista civica a sinistra, che noi la voteremmo!” Quella era, evidente, una reazione che covava malcontento verso Meoni, sfociata nella presentazione di Carini dai partiti di centrodestra, coalizzati per mandare a casa un loro prodotto indigesto. Nell’altro lato della barricata, sorta con prepotenza l’auto candidatura di Vignini che, pur uscito dal PD mentre stava manovrando per il rientro, offriva a destra e a manca incarichi d’assessore, così tanti da superare di gran lunga quanti ne possa offrire il Comune. Metodo discutibile, ma è accaduto. In tal caso, erano elettori di centro sinistra e dello stesso PD a dirmi: “Noi il Vignini non lo vogliamo, perché lo ripropongono?!” A ragioni di malcontento – argomentate specie sul cattivo carattere personale e su svarioni amministrativi di cui ancora restano segni, ricordiamo: l’inceneritore a Renaia e le svendite di Manzano e Campaccio – si aggiungeva la frustrazione di non poter approfittare della spaccatura nel centro destra, in quanto l’auto candidatura di Vignini era divisiva, già in partenza, dello stesso centro sinistra! L’uscita di tale candidato, se da un lato provocava mal di pancia alla base del PD, aveva allertato l’opinione pubblica di sinistra che da tempo auspicava un rinnovato modo di far politica amministrativa a Cortona, all’altezza del suo prestigio e della sua storia. Per cui era nata una libera associazione politica “Uniti a sinistra per Cortona”, a cui avevano aderito esponenti di partito della pulviscolare galassia di sinistra, ma in gran parte l’associazione era composta da persone non allineate ai partiti e, addirittura, da gente che non andava più a votare (la cui alta percentuale è superiore a ogni partito!). La svolta a settembre, nell’incontro tra dirigenti PD e promotori della lista civica. Si chiese al PD un candidato sindaco “unitario” al fine di intavolare trattative su programmi e possibili alleanze. L’incontro servì solo a capire che il PD era orientato a imporre una “minestra riscaldata”! In netto contrasto col “Codice Etico” sottoscritto dagli aderenti all’associazione “Uniti a sinistra per Cortona”, che prevede: una persona nuova a capo del Comune; oltre a significative novità nelle relazioni tra Comune e cittadini sempre più coinvolti nelle decisioni, come singoli o associati in comitati di partecipazione, nelle istituzioni e associazioni in cui è organizzata la società: nello sport, nel volontariato, nelle scuole, ecc. Al fine di superare il vizio consolidato del “dirigismo” comunale: dell’uomo solo al comando. Pur a fatica, pescando nella società civile una persona che avesse avuto requisiti di moralità, serietà professionale, disposizione al lavoro collegiale, finalmente fu trovata la candidata giusta a sindaco: l’avvocato Verusca Castellani. La quale, dichiarando di far parte di quanti non votarono alle ultime amministrative, sottoscrisse il “Codice Etico”e, lavorando con gli associati, ha stilato le linee del suo programma, dimostrando, in poco tempo, d’essere all’altezza dei problemi da affrontare in una società ricca e variegata come la nostra, esponendo criteri seri per affrontare i temi che strada facendo si presenteranno, sempre in ascolto coi cittadini e con l’associazione che la sostiene. Dopo interventi radiofonici, suoi articoli apparsi sui giornali e sui social media e incontri con la popolazione in un denso calendario, Verusca non è più un oggetto misterioso, ma una persona brillante, empatica, all’altezza degli impegni che l’attendono. Ho avuto anche soddisfazioni personali da gente che m’aveva espresso perplessità e che si è ricreduta, ascoltandola. Circondata da una lista elettorale di candidati espressioni territoriali e delle realtà socio-economiche. Operai, professionisti, operatori in vari settori produttivi e dei servizi, insegnanti, esperti di volontariato e di servizi sociali,… Tale lista ha raccolto, tra tutte le liste, il maggior numero di firme d’adesione. Verusca Castellani, dal rispettabile curriculum professionale – avvocato civilista di lunga esperienza, formatrice consulente della LUISS di Roma esperta di rischi in ambito sanitario –, persona pacata portata al dialogo e non allo scontro, in poco tempo ha focalizzato le questioni che attendono il sindaco di Cortona: l’organizzazione della macchina amministrativa comunale, la gestione dei servizi erogati, i temi dello sviluppo economico, della cultura, del turismo, della vivibilità dei centri urbani, della salvaguardia e del riuso del patrimonio storico (come il vecchio ospedale), della prevenzione e cura della salute, valorizzando professionalità e strutture presenti nel territorio, ecc. Basta leggere il suo programma, seguirla nelle assemblee pubbliche e aver ascoltato le sue risposte alle domande durante i confronti con gli altri candidati per avere contezza su Verusca: affidabile, in grado di gestire un Comune importante come Cortona. Quali sono i dubbi maggiori per l’elettore a sceglierla? È la logica pigra di dare un voto che “conti”? In verità, il voto a facce note è garanzia per il cittadino di contare qualcosa? E di rinnovare il costume politico a Cortona, più simile a risse da bar sport che a confronti democratici tra cittadini sui propri problemi? Senza risposte certe a questi interrogativi, non resta che votare non di pancia ma col cuore e la ragione. E se ci saranno sorprese non saranno peggiori di quelle “certezze” che, ad oggi, hanno solo allontanato la gente dalla partecipazione, essa sola sinonimo di libertà e convivenza civile. Insomma, nella cabina elettorale, come risponderemo alla domanda: da quale candidato a sindaco compreresti un’auto usata?

Ferruccio Fabilli

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