
Dalla prolifica penna di Josè HERNANDEZ (giornalista, scrittore e uomo politico argentino 1834-1886) ecco il “MARTIN FIERRO” , grande poema nazionale argentino che si sviluppa in due parti: “ EL GAUCHO MARTIN FIERRO” e “LA VUELTA DE MARTIN FIERRO”. Il grande poema venne tradotto per la prima vola in lingua italiana dal marchigiano (poi emigrato in Argentina) Comunardo BRACCIALARGHE (alias Folco TESTENA) che vide nella figura di Martin Fierro il concentrato della sua vita di profugo e soprattutto dei suoi ideali anarchici di vita. Il poema è una dura condanna della colonizzazione della Pampa argentina nella seconda metà dell’800 con lo stesso Martin Fierro che ci racconta il suo “vissuto” in questo ambito fatto di violenza, corruzione, “Giustizia” asservita al potere, sopraffazione impunita del forte sul più debole… Soprattutto nella sua seconda parte, il poema si trasforma in un grande affresco a più mani di quel mondo violento e corrotto: Martin fa parlare altri amici di sventura e i suoi figli emersi dalla diaspora famigliare. E’ una specie di “Antologia di Spoon River” dove ognuno racconta le sue pene e i suoi segreti che, a ben vedere, sono gli stessi per tutta questa povera gente, maltrattata e discriminata fino all’inverosimile. Sono i mali delle “colonizzazioni” di ieri, di oggi e purtroppo anche di domani… Ferruccio FABILLI e il vecchio amico e compagno di Liceo Carlo ROCCANTI hanno fatto un lavoro certosino “scannerizzando” il Poema in ogni suo aspetto per evidenziarne la sua assoluta attualità. Il tutto senza scordarsi che del “Martin Fierro” nel 1973 scrisse un accorato commento un Prete di fresca nomina che poi avrebbe fatto “carriera”: Jorge Mario BERGOGLIO, il futuro PAPA FRANCESCO…
Nuova edizione italiana di Gambini Editore