“L’Ombra delle Rose” di Spartaco Mencaroni, romanzo storico intrigante e gentile (Intermedia Edizioni)

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COVER_ombra-rose_1Altre volte avevo incrociato a distanza il medico-scrittore Spartaco Mencaroni. Fummo premiati, al Tagete degli scrittori aretini, in categorie diverse; lui assente, era sostituito dal padre. Di recente, mi fu chiesto di metterlo in contatto con l’editore Intermedia Edizioni della dottoressa Isabella Gambini.  Grazie a lei, avuta la copia de L’Ombra delle Rose, finalmente ho conosciuto l’Autore tramite il bel romanzo. Svolto con penna gentile e suggestiva, e molto apprezzato su Facebook dai primi lettori di Spartaco Coniglio Mannaro Mencaroni (simpatico nickname autoironico).

È la  storia trecentesca avventurosa di due piccoli gruppi di viaggiatori, durante una pandemia pestilenziale, in regioni turbolente ai confini tra il decadente Impero Bizantino e i domini dei Khan orientali. Nella vasta area tra le coste nord dell’odierna Turchia e le regioni a sud della Russia –  tra Mar Nero e Mar Caspio, entroterra compreso –, i due gruppetti di viaggiatori traversano mari, fiumi, zone brulle, foreste, gole montane, villaggi più o meno popolati nel clima spettrale della pestilenza, animati da intenti diversi. Gli uni (Marco e Duccio), inseguendo interessi commerciali, e gli altri (Erdon  Vania e Burqam),  in fuga minacciati da vendette  mortali. Passioni,  personalità, e luoghi d’origine dei personaggi, molto distanti tra loro (Marco e Duccio, genovesi e pisani, e mediorientali gli altri tre) destinati a incontrarsi in un finale mosso e in situazioni complici; dopo aver vissuto scontri cruenti, intrichi, disavventure, amori romantici e amori fugaci…

Al  caleidoscopio di  personaggi in azione, l’Autore da credibilità storica avendo studiato con cura le vicende del tempo, elencando in appendice bibliografia e storiografia attinte. Mentalità  scientifica e afflato umano, del medico- scrittore, tornano altrettanto efficaci nella costruzione psicologica dei personaggi, suscitando empatia nel lettore, spinto a seguirne le peripezie fino all’ultimo capitolo. La crudezza del racconto non è disgiunta da gentilezza e misura. Come vedere il film del romanzo senza effetti speciali stordenti, o eccessi descrittivi di crudeltà, o musiche di sottofondo angoscianti, bensì, nulla togliendo all’intensa tensione narrativa, i toni misurati di Mencaroni sono indulgenti verso miserie e disavventure, seguendo  i destini dei protagonisti, quand’anche sordidi e crudeli, velandoli di realistica partecipazione, rendendoli esseri umani verosimili. Dimostrando che la fiction, quella vera, è capace di raccontare la realtà molto meglio della cronaca o di un saggio. Per tutto ciò e per lo stile suadente, Mencaroni va oltre la letteratura d’intrattenimento,  meritando d’esser noverato tra romanzieri storici di valore.

Alla stregua del fondatore del romanzo storico, Walter Scott, con Ivanhoe,  e del contemporaneo  Umberto Eco, ne Il nome della rosa, anche Mencaroni inserisce la sua storia nel medioevo.  Collocando, però, le vicende non in Europa – in contese curtensi,  dispute teologiche abbaziali, o trame dell’Inquisizione – bensì nel vicino Medio Oriente, approfondendo usi costumi e vicende popolari proprie di quel Mondo. Impresa superata brillantemente. Mencaroni traccia personaggi attribuendo loro sentimenti eterni, proprie della gente comune, cioè, non di quelle speciali dotate di  alta cultura o calate in ruoli sociali straordinari, presenti in altri romanzi storici.

Intrica la lettura anche la descrizione della pandemia pestilenziale che traversa la narrazione. Non fosse elemento storico ricorrente nel medioevo, verrebbe da pensare a capacità premonitrici di Mencaroni sull’attualità del fenomeno, invece, è probabile ch’egli abbia elaborato lo scritto ancor prima della pandemia virale in corso.  Efficacemente, cala il lettore nei disagi e sofferenze in epoca pestilenziale, di fronte alla quale (in ogni pandemia)  le reazioni umane s’assomigliano, come dimostrato da Saramago in Cecità, ne La Peste di Camus, e nei Promessi Sposi di Manzoni. Prove terribili che, in ogni epoca, accomunano le condizioni sociali, sia ricchi che poveri.

Purtroppo il vezzo del sistema italiano è promuovere letture mosso da esterofilia, e di puntare a nomi sponsorizzati dalle grandi case editrici; altrimenti,  L’Ombra delle Rose di Spartaco Mencaroni avrebbe le qualità per essere in ogni libreria.

L’augurio è che presto verrà il momento del meritato successo per Mencaroni.

 

fabilli1952@gmail.com

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