Far la balia, babysitter del passato, o andar per serva: destino di molte ragazze rurali

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Nelle famiglie numerose, bracciantili e mezzadrili, quando le bocche da sfamare erano tante e non si trovava lavoro sufficiente nel vicinato, le giovani donne avevano poca scelta sul proprio futuro,  condizionate dalla famiglia e dal padrone, se di famiglie mezzadrili. C’era il matrimonio che, però, di rado garantiva alla donna la possibilità di scegliersi un lavoro, in genere finivano ancora tra braccianti e mezzadri; oppure – fino al decennio successivo al secondo dopoguerra – le ragazze, per scelta o per obbligo, erano destinate a far le balie o le donne di servizio di gente agiata, persino a centinaia di chilometri di distanza, nelle grandi città del centro nord Italia; oppure, come usava dire onestamente, andavano per serva. Che significava essere nella totale disponibilità di un padrone e della rispettiva famiglia, per lavori domestici o rurali ventiquattro ore al giorno, senza escludere, tra gente senza scrupoli, d’essere pure sessualmente abusate da una o più persone. Con l’obbligo “d’obbedir tacendo”. Ignoro l’esistenza di studi psicologici sulla miserabile condizione delle donne rese in quella schiavitù, per scelta propria o più facilmente per scelta della famiglia naturale, anche se c’è da dire che tale occupazione poteva essere più o meno odiosa o sopportabile o finanche gradita (viste le situazioni di partenza) secondo il livello di civiltà con cui erano accolte e trattate. Tra le donne di servizio meglio considerate dalle famiglie adottive, presumo fossero le balie. Delle quali ho posto in calce a questa nota un ritratto a mezzo busto e uno intero, della stessa donna col solito bambino in braccio, ambedue negli stessi abiti. Dunque si tratta di due scatti contemporanei. Se non ricordo male, la balia era originaria della Valdesse, nei pressi di Montanare, la cui foto mi fu gentilmente prestata per la riproduzione da un parente rimasto nei luoghi d’origine. E il motivo per cui sostengo che le balie fossero ben tenute è, seppure superficiale, nell’abito elegante molto curato, con trine, veletta in testa, e l’ampio grembiale candido su cui poggia il paffuto pupo; altrettanto elegantemente vestito e con ampio copricapo. Ricordo la fierezza del mio prestatore di foto, nel mostrarmi la sua lontana parente in quella posa ben riuscita somigliante a una figura aristocratica, che trasmetteva impegno e soddisfazione al suo lavoro, meno faticoso di quello contadino da cui era fuggita. Le balie, si sa, erano di due tipi: le balie asciutte, che non allattavano, e le balie allattatrici che invece davano latte dal proprio seno. Non necessariamente le donne che prestavano ai figli di altre il proprio latte erano balie, ma, a volte, coincidevano. E qui potremmo divagare da chi le balie fossero messe incinte. In genere le donne di servizio giovani erano preferite nubili, alle quali, di norma, era impedito sposarsi presto, e non uno della famiglia datrice di lavoro; se pure, sui rapporti sessuali tra padrone di casa (o altro di famiglia) e la serva, non si menava scandalo. Poteva capitare, meglio lei che, invece, rimanesse incinta una figlia nubile della famiglia benestante…

www.ferrucciofabilli.it

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