Fabrizio Bernini, intervista al Presidente Confindustria Toscana Sud (CTS)

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Bernini 1Personalità di valore generale, a prescindere dall’origine Valdarnese, l’ho inserito in questa Rubrica. Oggi amministratore del gruppo Zucchetti, Cavaliere del Lavoro, Presidente Confindustria Toscana Sud (CTS), Fabrizio  Bernini, nei primi anni Novanta, si presentò in Provincia di Arezzo, dov’ero Assessore, prospettando innovazioni che segnarono svolte epocali nei sistemi informatici. Sappiamo che il primo collegamento Internet risale al 1986, da Pisa agli Stati Uniti, giusto pochi anni dopo, nel ’90, Bernini ci fece partecipi dell’emozione del primo collegamento via etere – da Arezzo a Pisa – ricevendo stupiti una pur lenta scansione della foto di Monna Lisa. Era l’occasione in cui demmo l’incarico alla ditta Centro Sistemi di Bernini di riassettare il sistema informatico della Provincia: dotando le postazioni di lavoro di PC di nuova generazione. Superando il sistema  centralizzato, complicato dal linguaggio Cobol (risalente agli anni ’60), in cui l’operatore gestiva le pratiche davanti a un “terminale stupido”, privo di CPU e disco rigido, incapace di elaborare dati dovendo chiedere quelle funzioni a un elaboratore remoto.

  1. Complimenti a Fabrizio Bernini per l’elezione a Presidente Confindustria Toscana Sud! Da Valdarnese hai avuto relazioni di vita e lavoro in Val di Chiana?

Ho molti ricordi che mi legano alla Valdichiana. Ho studiato al Collegio di Serristori a Castiglion Fiorentino. Ero poco più di un ragazzino e raggiungevo il Collegio in bicicletta partendo da Mercatale Valdarno. Poi negli anni l’ho frequentata anche per motivi professionali: recentemente sono stato ospite di un importante convegno a Cortona

  1. Nella crisi pandemica da Covid, il gruppo Zucchetti Centro Sistemi (ZCS) che dirigi quali attività specifiche ha svolto?

Lo scoppio della pandemia ha sorpreso e stravolto tutto e tutti. Come ZCS abbiamo reagito in modo positivo, sicuramente aiutati dalla forte propensione alla tecnologia, dalla proiezione sui mercati internazionali, da una visione più green data dai più giovani e dalla responsabilità di tutto il personale che è rimasto connesso e vicino. Abbiamo spinto sull’acceleratore ed investito in risorse umane, nella ricerca di nuove soluzioni da proporre ad un mercato più ricettivo da un punto di vista tecnologico e sostenibile, in infrastrutture digitali ed ecosostenibili come il nuovo edificio destinato alla logistica. Siamo interpreti concreti dei valori smart & green. Abbiamo riportato al centro delle attività di ricerca e produzione l’innovazione e la sostenibilità, nella sua accezione più ampia, ovvero una sostenibilità integrata in termini economici, ambientali, sociali ed umani. Nello specifico, abbiamo sviluppato nuove soluzioni, a supporto della sicurezza delle persone e delle aziende: distributori automatici di DPI integrati con i gestionali oppure in chiave software, soluzioni in Cloud per permettere alle aziende di lavorare sempre e comunque (anche in smart working).

  1. Tra le tue capacità imprenditoriali sono notevoli quelle legate a brevetti innovativi. Ci ricordi i brevetti di cui sei più orgoglioso?

Tutti i brevetti si riagganciano a progetti nei quali ho creduto ed ho investito molto. Sicuramente i primi brevetti legati al robot rasaerba Ambrogio sono quelli che mi hanno poi portato molte soddisfazioni. Ambrogio è nato nel giardino di casa mia utilizzando una carrozzina ed una scatola elettrica Gewiss. Avevo una preparazione in campo elettronico, avevo imparato a programmare durante i primi lavori da professionista e mi ero improvvisato con la meccanica: una idea nata da una esigenza e da un bisogno latente di coloro che hanno un giardino – avere un prato bello senza durare fatica – che si è trasformata in un prodotto di successo internazionale. Oggi Ambrogio è un prodotto intelligente: è connesso al Cloud, lo si può gestire e programmare anche da remoto, ed è dotato di Intelligenza artificiale che gli permette di prendere decisioni in autonomia .

  1. Quali nuove sfide attendono le imprese nel distretto Toscana Sud nella fase di ripresa post-Covid?

In generale, la sfida fondamentale su cui lavorare sarà la cultura dell’ imprenditore. La ripresa e lo sviluppo delle aziende del territorio  passeranno dalla transizione tecnologica e dall’innovazione digitale a 360°, alla transizione green, tenendo conto che l’economia circolare sarà un pilastro ineludibile per il futuro.

  1. Quali politiche agevolanti la ripresa si attendono le imprese dalle istituzioni: Regione Toscana, Province, e Comuni?

Le aziende manifatturiere devono essere riportate al centro dell’attenzione delle Istituzioni. La crescita del Paese, della Regione, dei singoli territori dipende dalla capacità delle imprese di aumentare la loro produttività. Le incentivazioni statali dovrebbero stimolare l’acquisto di prodotti “Made in Italy”, in modo da muovere una filiera produttiva a favore di un intero indotto. L’agevolazione al consumo di beni che provengono prevalentemente dalla Cina (penso ai monopattini, ma anche all’ecobonus al 110% – del quale beneficia anche la mia divisione che si occupa di Energie Rinnovabili, e che ha comportato un incremento sensibile del fatturato – ) porta beneficio solamente a chi commercializza quel tipo di prodotto. Un vantaggio solo per pochi che rischia di esaurirsi molto velocemente e può portare a una destabilizzazione dell’impresa e un indebitamento pubblico difficilmente recuperabile con il PIL.

  1. Quali momenti sistemici indicheresti, nell’aretino e in Toscana, che leghino le imprese dei comparti industriali, artigianali, commerciali, turistici, agricoli? Pensi a sviluppi di piattaforme promozionali dei “prodotti” territoriali, o che altro?

Il ruolo di tutte le associazioni di categoria del territorio sarà molto importante: stimolare e preparare le imprese industriali, agricole, turistiche, commerciali a rinnovarsi, cambiare, innovare. Come designato alla Presidenza di CTS, mi impegnerò a rappresentare tutti gli associati grandi e piccoli, ed accogliere le istanze di ogni impresa che compone il tessuto economico dei nostri territori.

  1. Quali percorsi formativi suggerisci ai nostri ragazzi per inserirsi nel mondo del lavoro? Condividi il fatalismo di chi dice  che i nostri giovani avrebbero futuro solo all’estero?

Oggi molte aziende stentano a reperire figure professionali con competenze tecniche adeguate, aggiornate e in linea con i propri fabbisogni lavorativi. Oltre ai soliti corsi di laurea nell’area tecnologica-digitale, si stanno attivando corsi professionalizzanti, per favorire la crescita di nuove figure professionali e per facilitare lo sviluppo di una forte Technological Valley nella provincia aretina.

E’ indispensabile allineare la formazione con le competenze tecnologiche necessarie al  rilancio e allo sviluppo delle nostre imprese.  Dobbiamo però sostenere i nostri ragazzi, avvicinandoli a quelli del resto d’Europa più all’avanguardia, con una formazione in quelle competenze chiave – digitali, tecnologiche e ambientali – che sempre più permetteranno di avere uno sbocco professionale.

Sono ottimista per il futuro e confido nelle idee e nell’entusiasmo delle nuove generazioni che presto saranno alla guida delle nostre imprese e rappresentano il domani del nostro territorio.

fabilli1952@gmail.com

 

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