Bruno Frattini, da 35 anni con la società ICARO “vola” sulle innovazioni nel Lavoro e nell’Ambiente

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ICARO -Fotp di gruppoIl settantottenne Bruno Frattini – fondatore della più importante società di consulenze aziendali presente a Cortona con ottanta dipendenti – il tempo non sembra scalfirlo.  Stesso sguardo vivo dietro lenti squadrate, stessi amichevoli sorrisi misurati e frequenti, stesso incedere felpato, stessa corporatura, stessa ponderatezza e lungimiranza nell’analizzare problemi del mondo o argomenti  professionali, misto di scienza e filosofia… l’ho ritrovato, dopo oltre un trentennio, del tutto simile, per non dire uguale, a quando, negli anni Ottanta, l’ebbi maestro di nuove tecnologie. Allora, per me, rappresentate dal PC Olivetti M24 e dal software archivistico DB IV. Egli ingegnere chimico – colonna portante della Medicina del Lavoro,   nella USL24, a fianco del medico Michele Di Trani – che da quell’esperienza (conclusa nell’87) trasse spunti fondamentali per il suo futuro professionale. Sviluppato nella società ICARO, di cui fu fondatore (1985) e, poco dopo, amministratore unico e “dittatore illuminato”. L’avvento al potere di Khomeini gli aveva interrotte esperienze di lavoro precedenti in Iran (nel ’79), aggregato a una società di ingegneria, costretto a tornare in Italia con la compagna Daniela Piegai, che, giornalista prestata all’industria,   svolgerà compiti nell’espansione operativa di ICARO, dedicandosi alla formazione e informazione sulla prevenzione dei rischi ambientali e nel lavoro, nel raffinato microcosmo culturale tecnico umanistico, forza tranquilla, alla base del successo di ICARO.

Nonostante l’immagine folkloristica della Medicina del Lavoro della USL 24 – chi vestiva salopette alla Super Mario, chi vestita da Calamity Jane, con Bruno l’unico vestito in modo convenzionale –, quel gruppo fu accolto con rispetto e interesse, sia dagli amministratori pubblici che dal mondo  del lavoro, per idee innovative sulla protezione dai rischi a vantaggio della salute. Tanto avanzato, alla ricerca di soluzioni innovative, da inseguire sostegni finanziari ai loro progetti fino alla Comunità Europea: in Lussemburgo, presso la competente Commissione. O partecipando a Convegni di alta specializzazione, come quello ad Amburgo, dove – facendo infuriare il dottor Di Trani, meridionale insofferente lo stigma “del meridionale con la valigia di cartone” – furono sistemati in un hotel di quarta serie, “da Turchi”, a causa dell’immagine estetica non convenzionale del gruppo. Che, però, trasudava entusiasmo e competenze eccellenti nel portare avanti la propria missione nella prevenzione dai rischi e nella sicurezza nei luoghi di lavoro. Capaci di coinvolgere tutte le componenti interessate, dall’imprenditore al lavoratore singolo, suggerendo  nuove metodiche nei processi produttivi anche con dimostrazioni facili da recepire, semplici e risolutive dei problemi riscontrati nei casi concreti.

L’apogeo di tale dedizione fu rappresentato dal Convegno nazionale sulla “Sicurezza e igiene del lavoro del settore dell’edilizia abitativa”, a Cortona, nel giugno ‘84, a cui aderirono i maggiori esperti italiani in materia. Pari successo ebbe l’analoga manifestazione riguardo “I presidi sanitari”, cioè l’uso dei fitofarmaci in agricoltura (Cortona, ottobre ‘87). Attenzioni alla sicurezza curate fino ai dettagli, come nella campagna promossa dalla Medicina del Lavoro a favore dell’istallazione sui trattori del rollbar: arco metallico antiribaltamento, costruito anche con materiali di recupero, suggerito in dettaglio ai fabbri della Valdichiana. Vista l’ampia statistica di incidenti da ribaltamento dei trattori, quasi sempre mortali. Insomma, la squadra affiatata Di Trani-Frattini   spaziava a tutto tondo sulla prevenzione nei luoghi di lavoro; tenendo alta la qualità delle prestazioni, avvalendosi di contatti continui con referenti qualificati come l’Università, altri Servizi territoriali efficienti, Agenzie nazionali come l’ISPRA (deputata alla prevenzione dei grandi rischi industriali), e in collegamento col dirigente della Regione Toscana Raffaele Faillace, che apprezzava molto quel gruppo della Valdichiana aretina.

Nell’87, l’ingegner Frattini si trovò a scegliere tra lavoro a tempo pieno nella USL o dedicarsi esclusivamente alla sua impresa, ICARO. Scelse la seconda via. Forte dell’esperienza acquisita, e incoraggiato dall’introduzione continua di nuove normative settoriali che creavano spazi per consulenze private a fianco delle imprese. Era chiaro che stati nazionali ed Europa  intendevano creare sempre più avanzate tutele normative  a favore del mondo del  lavoro e dell’ambiente, delegando, però,  all’iniziativa privata l’applicazione di gran parte delle nuove forme di protezione.

Norme sulla tutela ambientale – emanate dal Ministero dell’Ambiente e dalla Comunità Europea – dopo l’incidente di Seveso, e norme sugli ambienti di lavoro (rumori, solventi),  sulla sicurezza industriale, sui processi di lavoro, sull’Impatto Ambientale, …, sollecitavano adeguamenti all’organizzazione del lavoro e l’obbligo della formazione del personale (DLgs 626/94 poi DLgs 81/08), vincoli, sulle procedure per nuovi insediamenti e infrastrutture, con il VIA (verifica impatto ambientale).

Rimasto solo al timone di ICARO, per la rinuncia a proseguire degli altri fondatori, Frattini – con la sua struttura che lievitava nel numero di dipendenti e in alleanze con altre società di consulenza – si applicava: specializzandosi e curando la qualità del prodotto finito, navigando tra normative in crescita,  ricerca scientifica sulle “buone pratiche” da applicare, e opportunità offerte dal mercato. Non senza incontrare momenti di crisi dovute a temporanee carenze di offerte dal mercato. Giungeva così a maturazione la fase delle tutele pubbliche in materia di ambiente, salute, sicurezza, con norme sugli impianti, sostanze e processi produttivi, sulla formazione del personale e organizzazione del lavoro, e, in tutto ciò, la società era all’altezza dei compiti.

Il 1996 rappresentò un’altra tappa nel percorso di ICARO, riassunto in un Convegno d’un certo rilievo. Allorché erano di grande attualità i sistemi di gestione con le ISO, e la salvaguardia ambientale.

La svolta successiva al 2000, su input del Ministero dell’Ambiente e  della CE, incentivava la collaborazione tra imprese, ministero, enti europei e agenzie ONU, sulla tutela Ambientale e della Salute. ICARO colse l’occasione per espandere le attività in progetti internazionali: in nord Europa, nei Balcani, in Asia Centrale, Turchia, Iran, Algeria, Serbia, Montenegro. Egitto, Slovenia, Croazia, Romania. La Società crebbe enormemente in attività internazionali, in cultura aziendale, con l’inglese lingua prevalente; dimostrandosi fondamentale la selezione del personale, sempre più vario per competenze e nell’internazionalizzazione degli operatori.

Frattini – nel focalizzare il tema occupazionale – sottolinea come nel suo gruppo di ottanta persone abbia una discreta mescolanza di rappresentanze: multietniche e multiculturali. E come, trattandosi di personale giovane, in una perfetta equivalenza tra uomini e donne, nel numero e nei ruoli, la sua impresa abbia favorito tanti matrimoni e generazioni di bambini.

Nonostante il fattore imprevisto della pandemia da Covid-19,  Frattini non solo è soddisfatto dei recenti progressi, ma guarda fiducioso al futuro dell’azienda, unica in Italia nel suo genere per dimensioni e competenze. Capace di sviluppare azioni – e ancor più lo sarà in futuro – sul terreno internazionale, da sola o in collaborazione con altre imprese. Intanto, avendo a cuore il futuro di ICARO, ha dotato  la società d’un consiglio di amministrazione che sta per celebrare il primo anno di vita. Ed è noto come, da più sedi operative dislocate in Cortona, recentemente, abbia raccolto l’impresa occupando l’intero palazzo vescovile. Dopo mesi di attenta valutazione, prima di compiere il passo, da anni propostogli dalla Curia vescovile aretina. Rimanendogli utile anche la precedente sede di via Nazionale, riaperta di recente per dare “distanziamento” al personale, imposto dalla crisi pandemica.

Dunque, Frattini è ottimista sul presente e sul futuro di ICARO. E tra gli obbiettivi futuri s’interroga, per ora senza risposta, sui contributi ulteriori che potrebbe fornire al territorio. Interrogativo – a dir poco lodevole – a cui sarebbe auspicabile partecipassero a dar risposte anche gli amministratori locali. Ai quali è offerta su un piatto d’argento l’opportunità di pronunciarsi, dopo aver focalizzato il potenziale insito in un’azienda leader nazionale. Sarebbe la realizzazione d’un altro sogno di Bruno Frattini, “socialista storico” nell’animo, e coerente nei fatti concreti, riscontrabile in ciò che ha compiuto nell’ultratrentennale percorso imprenditoriale.

fabilli1952@gmail.com

ICARO -Fotp di gruppo Lo squadrone di ICARO quasi al completo

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