QUINTO SANTUCCI, politico appassionato e conservatore di memorie contadine  

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A fine anni Settanta, condividendo con Quinto Santucci la passione per la conservazione di “documenti” sulla vita contadina, trascorsi con lui molte giornate. Mentre raccoglievo vecchie fotografie familiari da riprodurre e conservare, lui collezionava attrezzi agricoli in disuso.  Scoprii così la sua estesa rete di conoscenze di vecchi contadini e la stima che riscuoteva ancora. Rovistando qua e là, aveva riempito un fondo con un’infinità di vecchi strumenti di lavoro, molti prodotti anche direttamente dal contadino che l’usava. Per quanto in apparenza stipati nel caos, Quinto ricordava esattamente di ogni pezzo raccolto non solo l’uso, ma persino da chi l’aveva preso. Dai più semplici attrezzi d’uso (zappe, setacci, rastrelli, falce fienaie, …) alle gigantesche macchine a vapore, perfettamente efficienti, grazie al suo lavoro di restauro e alla consulenza di esperti. La sua passione demo antropologica relativa alla cultura materiale contadina era affiancata e sorretta da una profonda passione politica verso i problemi contadini, che gli era nata da ragazzo. Quando, dagli adulti, fu ammesso alle riunioni segrete in casa di Settimio Mencacci ad ascoltare Radio Londra, e a organizzare le rinascenti leghe contadine. Giovane sveglio, pur con poca scolarità (elementare), apprendeva rapidamente – leggendo e ascoltando i più anziani, come l’esperto in vertenze mezzadrili Federico Liberatori –,  perciò fu nominato primo segretario della Camera del Lavoro a Cortona. Composta unitariamente da comunisti, socialisti e democristiani. Salvo pochi dipendenti stipendiati, i dirigenti come Quinto offrivano il loro impegno gratuitamente. Lui ricoprì anche il ruolo di segretario della Federterra, il ramo sindacale specifico dedicato ai mezzadri, ch’ebbe un ruolo straordinario nell’immediato secondo dopoguerra: allorché le vertenze tra padroni e contadini si moltiplicarono esponenzialmente e un rappresentante sindacale interveniva nelle trattative individuali in difesa degli interessi familiari mezzadrili. Di lì a poco, a metà anni Sessanta, la mezzadria fu soppressa, ma fino a quel momento le campagne furono luogo di infinite vertenze.

Quinto era un buon organizzatore, ma anche comiziante, dalla voce sonora e dalla parlantina facile. Dividendosi, in queste attitudini, tra impegno sindacale e di partito. Come carattere, apparteneva ai più intransigenti seguaci politici e sindacali di quegli aspri e concitati momenti, ma non abbandonò mai la sua caratteristica ironia e il buon umore, prendendosi gioco di sé stesso e degli altri. Sorridendo ricordava, ad esempio, un comizio in montagna a Tornia, prima delle elezioni del 1948. Condizionati dal prete, in quella frazione votavano tutti DC. Lui, per farsi ascoltare, si piazzò davanti alla chiesa aspettando la fine della Messa. Dopo aver argomentato le ragioni a favore del voto comunista, concluse con una minaccia: “Badate bene, che se non votate comunista, tornerò quassù e vi prenderò tutti quanti a cazzotti!” I Torgnesi non votarono comunista e Quinto non salì a vendicarsi. La battuta gli era scappata nell’impeto oratorio, essendo lontana la violenza dalla sua cultura, mentre amava paradossi e bizzarrie a scopo retorico e di divertimento.

Quinto e Gabriello Mammoli – dirigenti della Camera del Lavoro – viaggiavano in motocicletta da soli o appaiati (Quinto non guidò mai una vettura, gli ultimi anni viaggiava in Ape) e, robusti com’erano, vederli doveva essere uno spettacolo divertente. Così come spassose erano le loro colazioni nella sede della Camera del Lavoro: fiaschi di vino, pagnotte di pane con alte fette di prosciutto, spalla o salame. Mammoli era così vorace che, una volta che gli donarono una paniera di fichi, se li mangiò tutti a colazione! Colto da forti dolori addominali, fu chiesto l’intervento al primo medico di passaggio: un veterinario. Con mezza purga da vitellino gli passò la colica!

L’attenzione di Quinto alle vicende politiche durò tutta la vita, anche quando, acquistato un podere col fratello Mingo, si dedicò completamente a quel lavoro.

Ogni anno nella sua aia, ripristinando la tradizionale battitura (mangiata finale compresa!), invitava questo o quel dirigente politico o sindacale. Riuscendo ad avere tra gli ospiti i due maggiori leader del momento: Luciano Lama (segretario della CGIL) ed Enrico Berlinguer (segretario del PCI). A Berlinguer rimase così simpatico che gli concesse la parola durante una manifestazione nazionale del PCI, al Teatro Adriano (se ben ricordo) stipato di attivisti. Quell’occasione doveva sancire la fine della “solidarietà nazionale”, per dissensi insanabili tra DC e PCI. E Quinto, attento politico e ancora buon oratore, non demeritò il pulpito. L’indomani, infatti, uno tra i maggiori quotidiani nazionali (mi pare La Repubblica) titolò: “La svolta del Santucci”. Quinto sostenne: “Come i pesci nuotano nell’acqua, così i comunisti stanno nelle lotte politiche” quel colorito rituffarsi nella lotta, sganciandosi dalla maggioranza dell’“astensione comunista”, fece presa. Di lì a poco, morto Berlinguer, Quinto rallentò l’attivismo. Al ritorno dalla manifestazione romana, al suo fianco in corriera, usciti dalla città e visto il dirigibile della Goodyear, mi domandò. “E quello, che è?” Non avevo finito di spiegargli ch’era uno strumento pubblicitario di pneumatici, allorché m’interruppe: “Quello, è utile quant’il Vaticano!” la sua solita ironia corrosiva di sempre, che credeva solo ai “miracoli” scaturiti dal lavoro sudato.

Quinto dimostrò possibile far politica senza trasformarla in mestiere e che la cultura (indispensabile per coprire incarichi politici o sindacali) si può acquisire anche sul campo. E, indipendentemente dalla scolarità ottenuta, si possono raggiungere livelli conoscitivi simili a ricercatori demo-antropologici sfornati dall’università. Non so che fine abbia fatto la sua collezione di attrezzi contadini, ma, non sarebbe male, fosse entrata nel patrimonio d’un Comune che affonda le radici nella cultura contadina.

(Questa è una delle storie contenute nel libro qua sotto)

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