Luciano Pellegrini, per necessità, da postino si era mutato in esperto di temi sanitari

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Da tempo, pensavo di raccontare qualcosa su Luciano Pellegrini. Con lui, oltre ad essere della stessa età, conoscersi fin da ragazzi frequentando gli stessi ambienti Camuciesi, incappammo in famiglia su intricati problemi di salute simili, … e ne avevo apprezzato – sottoscrivendo tra i primi la quota associativa – la fondazione della Onlus Amici di Francesca. La cui attività, nella sua evoluzione, risultava ben illustrata nelle pagine omonime mensili su L’Etruria, curate da Luciano.
Quando, improvviso, ho trovato un messaggio sul telefono del direttore Lucente che mi chiedeva l’invio di un altro dei miei personaggi mensili sulla rubrica Gente di Cortona, per riempire parte dello spazio che tradizionalmente nel periodico è coperto dalla rubrica Amici di Francesca, a causa di un impedimento di Luciano, che mi auguravo assolutamente momentaneo.
In tanti anni da conoscenti, sono stati episodici i nostri incontri o scambi telefonici, ma sempre in totale reciproca assonanza su temi pubblici e privati. Uno di quei legami non stretti ma duraturi, cordiali e franchi.
Nella Camucia degli anni Sessanta e Settanta, Luciano, scorrazzando in motociclo, era un ragazzone che si faceva notare: simpatico, gioviale, ironico, compagnone, statura imponente e sguardo singolare: tanto da meritare il nomignolo di “Occhione”. Come la gran parte della nostra gioventù di medio-bassa estrazione sociale, ambiva al posto fisso, che non tardò a conquistare: da postino. Costruì famiglia e casa, desideri accessibili in quei tempi di crescita economica. Percorsi di vita comuni alla gran parte di quella generazione.
Poi, inaspettata, gli capitò la tegola: la nascita di una figlia – Francesca – che per sopravvivere aveva bisogno di un’enorme disponibilità di tempo, denaro, e fortuna nel trovare centri specialistici adeguati. Uno di quei casi che segnano la vita del nascituro e della sua famiglia. Condizione aggravata dal viver lontani da centri sanitari d’avanguardia. Anzi, prima di tutto, situazione gravata dalla scarsa informazione su come orientarsi nel complicato mondo delle malattie rare: dove i genitori sono costretti ad entrare in percorsi infiniti e complicati, nei quali si possono ottenere successi più o meno risolutivi del problema, se assistiti dalla fortuna, coincidente con anime sapienti disposte ad orientarti verso strutture sanitarie di eccellenza.
Impegno, volontà, e determinazione non mancavano a Luciano. Fino ad ottenere, con pazienza, incoraggianti risultati per la salute della figlia.
Quella dolorosa esperienza, dal sentore di essere un tunnel infinito, che la gran parte delle famiglie induce all’isolamento affrontando in solitudine traversie complesse, a Luciano suggerì di far di necessità virtù, nella prospettiva di condividere le sue esperienze con altri, in situazioni simili. Anche se alle prese con patologie diverse.
La sua forza d’animo e l’intuizione di costituire la “Onlus Amici di Francesca”, trovò adesione e sostegno in tanta gente comune, in personalità del mondo medico, e nell’amministrazione sanitaria locale (se non erro, diretta da Giuseppe Ricci), che accolse Luciano nei suoi ranghi come dipendente; lasciandogli ampio margine operativo nel perseguire i suoi intenti: costituire un punto di riferimento informativo e, nei limiti del possibile, agevolare l’accesso di bambini con gravi handicap alle cure più appropriate, dovunque queste fossero disponibili. I risultati di quel lavorio continuo non finiranno in statistiche, ma di esso non possiamo non condividerne l’importanza civile negli intenti benefici.
In molti, fummo sorpresi da Luciano per la costanza nell’impegno e la capacità di tessere relazioni, utili alla sua causa con personalità di primaria intelligenza in campo medico e sanitario.
Domestichezza che, proprio nella rubrica Amici di Francesca, si era concretizzata in scritti di valore scientifico e divulgativo, interessanti anche per un pubblico vasto, non necessariamente alle prese con problemi di malattie rare.
Insomma, la pagina curata da Luciano risultava essere una vera e proprio campagna di educazione sanitaria permanente, attività a cui auspicavo tornasse presto.
Invece. Una settimana fa si è dovuto arrendere.
www.ferrucciofabilli.it

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