Nel linguaggio politico, convenzionalmente, “nero” è sinonimo di fascista o post-fascista. Ma in questo libro rappresenta il nero della volontà (come scelta politica) di rimozione, di stendere il velo di oblio su pagine dolorosissime di un recente passato italiano, a proposito dei cosiddetti “anni di piombo”, declinati pure in tanti altri modi. I gruppi di destra, digradando le varie sfumature del nero (Ordine Nero, Ordine Nuovo, Avanguardia Nazionale, NAR, MSI,…) – sospinti dal Potere in vario modo (soldi, pressioni golpiste, infiltrazioni, …) – trascinarono nel loro protagonismo spesso violento generazioni di giovani. Mandandoli al macello. E, ancora, a distanza di decenni è difficile fare chiarezza su quegli avvenimenti per una inestricabile barriera di segreti di Stato. Agli occhi di tanti, ingiustificabili. Ma non alla ragione di Stato, a cui si sono appellati – ieri come oggi – quanti “democraticamente” preposti alla sicurezza nazionale. Quel filo rosso pare ancor oggi sussistere, alla faccia di quanti rivendicano “verità” su quegli anni, se non giudiziaria, almeno storica. Specialmente le vittime sopravvissute, e i parenti dei morti.

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  • Titolo: Il nero dell'oblio, della violenza e della ragion di Stato
  • Anno di Pubblicazione: 2013
  • Editore: Edizioni Intermedia