Vitaliano Marilli, esperto di recezione turistica di qualità

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Cortona - Angolo LoggettaGià abbiamo ricordato il ruolo della famiglia legata al Ristorante Tonino, dal fondatore Antonio, al figlio Ivan Accordi e a sua moglie Adriana, grande scuola di ristorazione da essi rappresentata  a favore dell’immagine gastronomica di Cortona, in Italia e nel mondo. In parallelo, a quella cucina di gamma elevata e innovativa, seguitava l’opera appetitosa delle Trattorie, prevalenti in via Dardano,  dov’erano curati  piatti tipici della tradizione, toccando vette gustose nella trippa, consumata specie il sabato,  giorno di mercato, da avventori golosi: campagnoli  montagnini e cittadini. Oggi, quella  geografia culinaria sarebbe da aggiornare, con la nascita di tante (troppe?) offerte: dal piatto pronto a pranzo, a proposte di media  e più alta elaborazione. Un patrimonio Cortonese attrattivo per turisti forestieri, apprezzato anche nel  circondario Tosco – umbro. Inutile ricordare l’attuale stallo economico, dovuto al virus, che speriamo non faccia troppi morti e feriti tra le imprese, sarebbe un impoverimento economico grave per il territorio.

La recente scomparsa di Vitaliano Marilli, mi ha fatto ricordare come, negli anni Settanta, la ristorazione cortonese,  e con essa l’immagine turistica della Città, fosse in tanta crescita da indurre operatori capaci, come Vitaliano e Signora, a spostarsi da Chianciano (affermato centro termale) a Cortona, nel Ristorante La Loggetta. Di cui fu promotore Paolo Poccetti, eclettico imprenditore con interessi antiquari, altra eccellenza locale (allora),  impostasi nell’annuale Mostra Antiquaria del Mobile Antico, tra le più longeve del settore.

Vitaliano, elegante e gentile (dalla melodiosa parlata senese), e l’infaticabile sua Signora (dietro un grand’uomo c’è sempre una gran donna),  avevano dato alla Loggetta una precisa connotazione, dall’arredo elegante, al menù dai gusti originali, variazioni nuove sul panorama dell’offerta cittadina.

Mentre la Signora presidiava la cucina, Vitaliano serviva gli avventori in sala, suggerendo piatti e abbinamenti enologici, intrattenendo flemmatico e ironico. E, a tavola, non mancarono occasioni di approfondire la nostra reciproca conoscenza. Iniziata il giorno in cui i risultati elettorali dissero che potevo essere il prossimo sindaco della Città. Da allora non ci siamo persi di vista. Per quanto mi dedicavo a incontrare gli operatori turistici, a cogliere suggerimenti, e sondare  l’economia del settore che stava diventando l’industria principale: nei bar, ristoranti, alberghi, ostello della gioventù, agenzie immobiliari, agriturismi, e negozi. (Ricordo l’incontro col rappresentante dei commercianti, Giuliano Molesini, per comunicargli la decisione del Comune di applicare la norma che dava la facoltà ai comuni turistici di aprire i negozi anche i giorni festivi, che rispose: “Ufficialmente, devo dirti che noi siamo contrari!… ma io domani apro”, era sabato, e la delibera era efficace dall’indomani).

Con Vitaliano condividevo anche simpatie politiche di sinistra (allora, molti  eravamo comunisti, ogni tanto mi domando: che fine ci han fatto fare!?). Mi capitò anche chiedergli il favore di trovare lavoro a un giovane, che sistemò cameriere a Chianciano, per dirne la disponibilità nell’aiutare gli altri. Stesso altruismo di quando raccolse l’invito a partecipare, da ristoratore, alla “settimana aretina a Wettingen”, ideata dal prof  Karl Huber (che ogni anno portava studenti a Cortona per corsi estivi) e patrocinata dalla Provincia di Arezzo. Si trattava d’un sacrificio, assentarsi dal suo ristorante, portandosi dietro aiutanti, per un’intera settimana. In appoggio, aderì anche Paolo Poccetti (proprietario della Loggetta), esibendosi elegante in abito da chef di sala. Salito a Wettingen  – per vedere come stesse andando l’organizzazione –, scoprii il piacere di commensali svizzeri per la ristorazione cortonese. E una simpatia palpabile aleggiava intorno a Vitaliano e Paolo, stremati dalla fatica, ma che non si sottraevano agli impegni, compreso far giri di valzer con signore eleganti, a conclusione di serate brillanti. Mi piace testimoniare i bei ricordi, da veri gentiluomini, che lasciarono Vitaliano e Paolo.

Vitaliano e famiglia, imprenditori coraggiosi e operativi, avviarono pure l’Hotel Sabrina in via Roma, restaurando un immobile, e arredandolo con mobili in vecchio stile, col solito gusto elegante di cui erano capaci. Immagino che fu per loro un discreto impegno economico. La fortuna di Cortona, a quei tempi, era una sorta di emulazione a restaurare vecchi immobili, senza stravolgerne i caratteri, adattandoli a nuove  funzioni.  Come  fece il Comune all’ostello della gioventù, alle case popolari di via Benedetti e via Roma, e al centro convegni Sant’Agostino, modelli seguiti da cittadini e imprenditori come Paolo Alunno, affrontando il progetto di trasformare il gigantesco palazzo Bourbon di Petrella nell’Albergo San Michele.

Ma l’inventiva di Vitaliano e famiglia non era finita. (Non importa sapere i motivi dei cambi di attività, bensì la perizia dimostrata nell’una e nell’altra, e la volontà di affrontare nuovi rischi d’impresa).  Per ultimo, aprirono il laboratorio di Pasta fresca in via Dardano. Dove vedevi la Signora Marilli produrre grandi quantità e varietà di pasta fresca, e salse da abbinarci. Il cerchio era completo. Vitaliano e Signora avevano offerto a Cortona  esempi eccellenti nel destreggiarsi a tutto tondo nel sistema recettivo turistico. Il ristorante La Loggetta, l’Hotel Sabrina, e, non meno importante per qualità, la Pasta fresca.

Gli ultimi saluti con Vitaliano –  acciaccato da problemi di salute, ma non abbattuto nello spirito realistico suo solito – ce li  scambiammo, per caso, in un bar di Camucia. Era l’addio a un uomo che avevo stimato.

fabilli1952@gmail.com

Cortona - Angolo LoggettaCortona. Lato della Piazzetta Pescheria, il RISTORANTE LA LOGGETTA è dietro gli archetti

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