Terremoto dell’Irpinia e l’incontro tra Cortona e Paternopoli, a 40 anni dagli eventi

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Terremoto 1Per gli italiani fu un evento straordinario, nel novembre ’80, il più grande disastro ambientale e umano del dopoguerra, in quel che fu definito il “cratere” del terremoto in Irpinia, esteso tra più provincie e regioni. Colpiti duro furono: gli abitanti (molti morti), case e palazzi (paesi rasi al suolo), la coscienza del paese (alla TV vedemmo spettacoli apocalittici), e lo Stato, del tutto inefficiente! Trascorsero non ore, ma giorni prima che arrivassero i primi soccorsi efficaci. In qualche modo, anche certi soccorsi improvvisati (pur generosi) contribuirono ad alimentare il caos. Non a caso da quell’esperienza nacque l’idea della Protezione Civile.

L’onda lunga dell’afflato emotivo, nel desiderio di alleviare sofferenze, toccò tutto il resto d’Italia. Anche a Cortona, con un tamtam improvvisato, ci mettemmo in cerchio per stabilire cosa fare. Nel giro breve, con il Comune punto di riferimento, tutta la società si mosse (associazioni laiche e religiose, privati e imprese, e volontari pronti a partire),  allestendo un convoglio consistente di beni primari, che partì diretto al terremoto. Già in TV si assisteva a sprechi di materiale donato, ammonticchiato a caso qua e là, destinato al macero, perciò decidemmo di seguire il carico sino al suo buon fine. Usciti dall’autostrada, prendemmo la via per il cuore dell’Irpinia. Era freddo e imbruniva. Ci trovammo in un crocevia dietro a un grosso camion di aiuti del Comune di s. Gimignano, il cui unico rappresentante, l’autista del camion,  stava ascoltando un tipo che gli diceva: “Sono Mario Leone, presidente della Regione Toscana, seguimi!”, con accento campano… Costernato, non sapendo che fare,  invitammo il camionista a seguirci. Nostra intenzione, a quel punto,  fu cercare a Grottaminarda un centro informazioni affidabile, che doveva pur esserci, a una settimana dal sisma. Appena scesi sul piazzale, ci venne incontro un giovane in eschimo, Pietro Palermo, che si presentò Assessore del comune di Paternopoli, lamentando che da loro nessun aiuto era arrivato, pur avendo  necessità estrema di tutto: il sistema distributivo era saltato, alimentari e farmaci compresi! Avevano anche morti, e molti edifici lesionati o distrutti. Ci fidammo, e  seguimmo Pietro, compreso il camionista di s. Gimignano. (Essere  diffidenti era giustificato: la malavita, subito dopo il sisma, impiantò truffe maramalde verso i soccorritori depredandone i carichi, e, in seguito, taglieggiando, con la violenza, la ricostruzione).

Trovammo, a tarda sera, molti abitanti in attesa, con il Sindaco la Giunta e il Consiglio comunale in testa: esempio dei Consigli dei terremotati, molto efficienti. I quali furono esautorati nella fase ricostruttiva (troppo democratici ed efficienti!), sopraffatti da Comitati d’affari (superfetazioni burocratiche di cui  lo stato banditesco, spesso, si è dotato) che fecero bottino di soldi pubblici!

Erano adunati, a discutere e decidere iniziative, in un capannone dove per la prima volta dal terremoto videro scaricare derrate alimentari e altri beni necessari. In seguito, portammo alcuni moduli abitativi provvisori, prodotti nella falegnameria comunale. Non avevamo certo risolto i problemi di Paternopoli. Fu, però, un approccio amichevole tra rappresentanti di due comunità fisicamente lontane, ma, in pochi attimi, legate da sincera simpatia – sollevando per un momento persone depresse e sperdute -, tramutatasi in una spaghettata corale (per pentola un grosso secchio) innaffiata da abbondante e genuino aglianico locale. Il vino tanto buono che a notte fonda dovemmo calmare lo spirito battagliero di Angelo Salvicchi (Scandaglio), intento a  incitare gli astanti a correre a Grottaminarda per rivendicare altri soccorsi… Dormimmo sul cassone telonato del camion, senza sentire alcun disagio, non si sa se per merito dell’aglianico, o per la sequela di scherzi  frizzi e lazzi che fecero da ninna nanna ai ragazzi attempati cortonesi. Purtroppo, molti di loro, della prima spedizione in soccorso, sono scomparsi, impegnati anche nella seconda mandata di aiuti, sempre più convinti della buona azione da compiere, sentendo dietro la spinta generale dei cortonesi a proseguire.

Mesi dopo il sisma, fu anche stabilito un gemellaggio tra le due città, naturale tappa di un’amicizia. A quello, fece seguito un altro gemellaggio, tra la Misericordia di Cortona e la consorella nata a Paternopoli dopo il terremoto, sull’esempio e il sostegno della più stagionata associazione di volontari.  Sodalizio tuttora vigente. Mentre tra i due Comuni residuano solo amicizie tra persone che si conobbero allora.

Tutto è bene quel che finisce bene. Visitando, poco tempo fa, l’Irpinia e Paternopoli, era evidente non solo la ricostruzione conclusa,  ma segnali di crescita economica importanti, valorizzando prodotti agricoli eccellenti, come vino olio e il broccolo DOP, e stava prendendo campo la recezione turistica, in quei territori ricchi di emergenze ambientali e di centri urbani carichi di memorie storiche.

fabilli1952@gmail.com

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