La scomparsa di Enzo Rinaldini psicologo, edonista, animo poetico

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enzo psicologoA 85 anni, Enzo Rinaldini è deceduto nel comune di Tuoro sul Trasimeno dove si era trasferito da alcuni anni con la moglie Marta. Emigrati dal quartiere di via Roma verso una casa più agevole per l’età avanzata dei due coniugi, a Cortona, Enzo aveva mantenuto numerosi legami affettivi con amici e compagni di una lunga vita. Se gli amici non si facevano vivi, dopo un po’ era lui a cercarli.

Originario della piana cortonese, trascorse adolescenza e giovinezza tra s. Lorenzo e  Capezzine, dove frequentò l’Istituto agrario, prima studente e poi Censore, come  chiamavano i tutor scolastici.

La madre, severa ma tollerante, consentì al figlioletto unico di seguire una compagnia di girovaghi per una quindicina di giorni a spasso per l’Umbria. Affascinato dal loro vivere libero nomade, dentro un carro multicolore, nutriti di fantasie da saltimbanchi e circondati da animaletti esotici. Esperienza indimenticabile che aprì ad Enzo una finestra speciale su certi valori della vita.

La mamma, maestra esigente sui risultati degli studi, forse, con quel legame incombente, fu tra le cause che misero Enzo alla frusta fecendolo soffrire al punto da balbuziare. Handicap che, nella maturità, affrontò transitando da studi agrari a quelli  psicologici; un percorso culturale per giungere alle radici dell’imbarazzante disturbo.

A Firenze, negli anni Settanta, alle Cascine frequentò la prestigiosa Facoltà di Agraria – il cui livello di ricerca sulla comunicazione tra le piante ha raggiunto fama internazionale -, poi dirottò a Psicologia, coltivata per il resto della vita, divenendo stimato terapeuta in soccorso a menti disorientate dai mutamenti radicali intervenuti nella società contemporanea. A Venezia, seguì Salomon Resnik suo “supervisore” di scuola Freudiana.

Residente a Coverciano, condivise incontri amichevoli con giovani cortonesi impegnati a Firenze in studi universitari, trasmettendo loro il piacere di aver conosciuto un uomo affettuoso, colto e gentile, dal pensiero profondo quanto poco versato in cose pratiche. Massimo Castellani ricorda la volta in cui Enzo lo chiamò per farsi rimettere in sesto la libreria, di quelle che si auto compongono: aveva installato la base al vertice e viceversa, col conseguente crollo dell’intero impianto. Lo stesso ricorda la gita di Enzo col babbo in Costa  Azzurra: avendo i due lasciato la valigia semiaperta sul tettuccio della macchina, giunsero a destinazione senza panni di ricambio. O quella volta che gli si era fermata l’auto senza benzina, Enzo si  giustificò di aver travisato la spia rossa della riserva: pensava indicasse il pieno…

Rinaldini fu psicoterapeuta ricercato e benvoluto, e consigliere efficace per giovani in procinto di intraprendere la sua professione, molti di loro giunti al successo.

La psicanalisi per Rinaldini non riguardava solo la coscienza dei singoli, ma doveva contribuire a migliorare anche i rapporti tra individui. Organizzatore di convegni nazionali sulla materia preferita, fece convergere a Cortona molti incontri scientifici.  Animatore culturale, insieme a intellettuali cortonesi, quali  Giandomenico Briganti, Italo Monacchini, Roberto Borgni e altri, dettero vita al circolo cultuale la Sfinge, stampando un periodico in cui riversarono le loro opinioni. La rivista sopravvisse fino alla scomparsa del prof. Briganti,  supporto decisivo.

Figlio di genitori cristiani credenti, Enzo invece maturò convinzioni materialistiche, seguendo principi etici e politici egualitari, con nostalgie per la militanza nel PCI. Fino a volere sopra il proprio feretro una vecchia bandiera comunista tirata fuori dalla naftalina. La coerenza ideale, mantenuta fino all’ultimo, forse gli procurò sofferenze più d’ogni altra cosa in anni recenti, allorché, a causa delle divisioni politiche seguite allo scioglimento del PCI, gli si interruppero amicizie radicate.

Amante dei piaceri a tavola, del buon vino e del buon mangiare, come un ragazzino, cercava di svicolare agli affettuosi rimbrotti di Marta preoccupata per la sua salute.

Nell’Agosto 2017, aveva dato alle stampe un secondo libro di poesie, dal titolo: “L’albero del tempo”,  ispirato alla poesia omonima : “L’albero del tempo ci cresce dentro./Sentiamo l’attimo che nasce e la piccola/ illusione che ci porta,/ ma subito si spenge/ nell’attimo dopo./ Così di attimo in attimo,/ l’albero del nostro tempo/ si defoglia,/ e invano attende la primavera./ “Carpe diem”/ mentre ti passa/ tra le mani/ la luce del suo rubino”; quasi presago della fine incombente, Enzo aveva convertito in versi la luce assorbita nel mondo: sensazioni e nostalgie di amori per la vita e per le persone care anche scomparse. Caleidoscopio di sentimenti e immagini, capaci di riassumere i passaggi fondamentali nella vita di un uomo curioso e passionale.

Il suo latore testamentario, Fernando Ciufini, ricorda come nel loro ultimo incontro, quasi trasparisse in Enzo Rinaldini la consapevolezza della fine, a cui stava reagendo con mezzo sorriso sulle labbra. Soddisfatto di una vita vissuta nell’amore condiviso con Marta, in pace con gli uomini e la natura, avendo compiuto il suo cammino facendo del bene a quanti aveva incontrato. Con l’unico, evidente, rammarico di dover lasciare per sempre la compagna.

Fernando in viaggio all’estero, dispiaciuto, non ha potuto essere fino in fondo il suo esecutore testamentario, pur avendo da lontano fatto scendere da una soffitta il drappo rosso che Enzo gli aveva ordinato per le sue esequie civili. Sepolto nella tomba di famiglia, realizzata dal nonno nel cimitero di Cortona. A parenti e amici, raccolti per l’ultimo saluto alla salma, una voce femminile ha letto alcune poesie di Enzo, creando l’effimera sensazione di intima malinconica vicinanza al defunto. Non richiesto, è intervenuto un prete in virtù di norme concordatarie che lo consentono, ma la cui esigibilità andrebbe ben valutata, prima di risultare imposta.

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