“Il mondo non è nostro” di Daniela Piegai, capolavoro ristampato

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Daniela Piegai - Il mondo non è nostroNella copertina del libro “Il mondo non è nostro” di Daniela Piegai – in libreria dopo oltre trenta anni dalla pubblicazione (1989) –, l’Editore Delos Digital scrive in copertina: “Un capolavoro dimenticato di una delle più grandi autrici italiane di fantascienza”. Vero. Dopo la lettura ipnotizzante di questo libro, lo collocherei tra i classici, senza distinzione di genere letterario. Infatti, ad esempio, chi iscriverebbe nella categoria Fantasy la Divina Commedia di Dante o Le Metamorfosi di Kafka? considerati classici tout-cour. Certo, il racconto di Daniela ha un’ambientazione di fantasia. Ai margini d’una grande città moderna in rovina e d’un polveroso deserto, e i protagonisti avviluppati in gomitoli intricati di strane situazioni in mondi contrapposti.  In uno dei quali la civiltà si è interrotta per un terribile evento, mentre in  parallelo, in un palazzo sotterraneo, il Tempo si è fermato alla grande catastrofe e le persone sono eterne come gli dei. Ma l’avvincente protagonista narrante, il “Capitano”, avventuriero curioso e dalle conoscenze profonde, ci porta per mano dal decrepito mondo terreno al tecnologico mondo sotterraneo, disseminando il viaggio in un afflato di antiche sapienze. Islamiche, le più frequenti, essendo il racconto collocato in territorio a prevalenza islamica; buddiste, taoiste, cristiane,… Il Capitano, irrequieto e curioso – alter ego della sua animatrice letteraria Daniela Piegai – passa dall’amore per la “fortezza vecchia di pietra” – dove finalmente riesce a entrarci con uno sparuto gruppo di complici; complici, perché si tratta di un’azione illegale – all’amore per Ara, pensando: “forse adesso credo che gli uomini e le donne siano più importanti del palazzo di pietra”. Per entrare nel quale aveva speso cinque anni di duro lavoro e risparmi. Nella trama del romanzo Daniela dissemina conoscenze sull’Islam – delle quali si era appropriata per il soggiorno lavorativo con il marito Bruno Frattini in Iran -, denunce politiche anti-autoritarie;  messe in guardia verso il “progresso” capace di distruggere l’umanità con i suoi micidiali ordigni di guerra (la guerra nucleare),  idee femministe (gli uomini pensano che le donne sono senza cervello)… Tutto svolto con leggerezza e ironia, mescolando generi. Come il giallo, dei morti ammazzati nella fortezza di pietra; il tecnologico, del complicato funzionamento della vita nel castello;  la storia d’amore;  il filosofico, dello strano potere del Tempo, che scoprirà il lettore nel romanzo. Mentre sull’immanenza del Tempo vissuto, Daniela  ha detto: “Per me è tutto presente, dai primi ricordi fino a ora, non ho un senso del tempo ben scandito ma piuttosto arruffato”. Ed è grazie anche a questo aspetto caratteriale di Daniela Piegai che ci regala sprazzi di grande narrativa. Lei sognatrice, per noi sognatori.

Ferruccio Fabilli

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