Edoardo Mirri rinverdì fasti passati e creò nuovi spazi culturali a Cortona

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Dell’opera di Edoardo Mirri nell’intera sua esistenza, tra studio, ricerca universitaria, e nel dar slancio e animazione culturale a Cortona, città natale, sentiremo parlare a lungo anche dopo la sua recente scomparsa. Giovane bibliotecario nella adottiva Arezzo, dimostrò subito doti organizzative e vivacità intellettuale, giungendo alla cattedra universitaria a Perugia, allievo di uno tra i maggiori filosofi recenti, Teodorico Moretti-Costanzi. Fedele e apprezzato continuatore del maestro, Mirri ne curò – patrocinato dal Comune di Tuoro e edito da Bompiani – l’allestimento del monumentale Opere, dichiarando in confidenza che, se il piccolo Comune si fosse trovato in difficoltà a coprire l’intera spesa, egli non avrebbe esitato a intervenire di tasca propria!… Credo che nel tempo saranno molti, sui tanti aspetti del suo impegno, a evocarne meriti, percorsi tracciati e conclusi. Ma il compito che intendo svolgere è limitato al ricordo di alcuni momenti condivisi. Generazioni, ruoli, e sorretti da ideali in parte diversi, tuttavia non mancò reciproca stima, simpatia e, in talune circostanze, complicità nel raggiungere obiettivi utili alla collettività.
Cattolico, arguto, colto, determinato, era innamorato di Cortona e delle sue istituzioni culturali, su tutte: l’Accademia Etrusca, il Museo, la Biblioteca e l’Archivio Storico. Instancabile, si gettava generoso su ogni obiettivo che avesse arricchito e reso noto al pubblico l’ingente patrimonio culturale ereditato. Sempre lucido, sui modi e sui tempi migliori nel perseguire cause predilette. Già in precarie condizioni di salute, incontrandolo l’ultima volta prima di Pasqua 2017, si dichiarò disponibile a collaborare (se in piena forma, credo addirittura se ne sarebbe sobbarcato l’intero onere!) alla realizzazione d’un testo sulla mitologia Cortonese. Dagli occhi traspariva interesse e coscienza di trovare materiale sufficiente, sintomo di ancora fresca curiosità culturale, scevra da remore e pregiudizi. A proposito di miti cortonesi, ricordo la stampa voluta da Mirri della breve e intensa Cronistoria di Raimondo Bistacci – Farfallino, sul passaggio del fronte di guerra a Cortona, rimasta a lungo inedita per non interferire con la pubblicazione de La piccola patria, uscita nell’immediato dopoguerra, curata da Pietro Pancrazi. Anche quest’ultimo libro, esaurito da decenni, fu ristampato dall’Accademia Etrusca, dal tipografo Calosci.
Particolare lo scenario del primo incontro (1980). Neoeletto sindaco, si presentò, senza giri di parole, minacciandomi una “giornalata” se il Comune non avesse subito ripristinato il posto all’Archivio Storico (soppresso dai predecessori per favorire il pensionamento d’un giovane addetto!), e se non avessimo fatto rimettere in ordine il materiale archivistico, in parte ridotto a catafascio. Grazie alle favorevoli contingenze finanziarie comunali, non solo riuscimmo a ottemperare a quelle richieste, ma si mise mano anche ad altre urgenze: quale il restauro dei pavimenti dell’Archivio Storico e del Salone Mediceo, iniziando per gradi il risanamento dell’intero Palazzo Casali, ultimato di recente. Altre intese seguirono col prof. Mirri – al di là degli incarichi ricoperti, per lungo tempo, referente ideativo e operativo dell’Accademia Etrusca sulle risorse da destinare alla gestione del Museo, della Biblioteca, e dell’Archivio Storico. A distanza di anni, rinnovata la struttura interna del Casali e ampliati gli allestimenti – negli anni duemila -, Comune e Accademia Etrusca vollero dare nuovi assetti gestionali al Museo. Ne fui incaricato dello studio, da Mirri e dal sindaco Rachini, insieme ai docenti universitari di Diritto Amministrativo Cavallo e Bartolini.
Nel frattempo, Mirri seguiva con scrupolo ed efficienza l’intero riordino delle attività interne al Casali, dando quella svolta decisiva e molto positiva per la Città, protesa a valorizzare e accrescerne l’immagine culturale, anche in funzione turistica.
Ricordo numerose iniziative pubbliche (conferenze, presentazioni libri, anniversari, ecc.) promosse e presenziate da Mirri, dove dispensava sapere e buon umore. Una mi riguardò, con sorpresa ed emozione per l’incredibile riuscita: la presentazione dissertata dal prof. Caporali del libro I Mezzadri…; scritta da un comunista, la storia novecentesca delle lotte mezzadrili non aspettavo d’esporla a Palazzo Casali.
L’ironia a Mirri non difettava, né in pubblico né in privato. Gli riusciva anche su episodi incresciosi. Come quel che accadde – ai primi del Novecento – al suo povero zio Tonino, assessore comunale, trovatosi sulla traiettoria d’una pallottola che l’uccise, destinata al sindaco che invece se la cavò, uccidendo l’aggressore. Gustoso risultava il racconto sul Tale che si presentò al circolo ricreativo Benedetti – frequentato dal giovane Mirri – dicendo: “Ragazzi! Mi sposo con Tizia!” Gli astanti, fregandosi le mani, commentarono: “Ah bene, bene!…così non andremo più al casino!…”; i baldi giovani intravidero pan da mordere a buon mercato.
Battute scherzose che rinviavano allo spirito popolaresco Cortonese, e facevano di Mirri una compagnia gradevolissima. Come capitò durante un lungo viaggio di andata e ritorno alla presentazione al salone del libro di Torino del ponderoso volume Opere, da lui curato con Marco Moschini, dedicato al filosofo Teodosio Moretti-Costanzi. Forse impietosito dalla mia astinenza dal bere vino durante il viaggio dovendo guidare, Mirri ebbe a dire: “Ma come siamo esagerati!…un par di bicchieri di vino a chi è abituato a berlo che guaio sarebbe?!…”, quale critica agli estremismi italici scioccamente vessatori.
In una recente visita al pian terreno dell’ex seminario diocesano, ho trovato con piacere lavori in corso nell’allestimento di un centro culturale intestato alla memoria del prof. Edoardo Mirri, oltretutto appartenuto alla famiglia numerosa dei Mirri, intellettuali che han lasciato segni pregevoli – come Luigi attivista politico popolare e Mario storico – nelle vicende non solo cortonesi del Novecento.
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