4 AGOSTO 1974 – ITALICUS – GLI ARETINI COINVOLTI – FU SOLO STRAGE O GUERRA CIVILE A BASSO IMPATTO?

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A 41 anni di distanza, quale può essere il senso civico di ricordare quella tragica vicenda in cui persero la vita 12 persone e numerosi feriti? Per chi ha vissuto quei momenti come la mia generazione, ma anche per i figli e nipoti, ricordare intanto che protagonisti di una lunga sequela giudiziaria, processati per la strage sul treno Italicus, furono degli aretini. Insieme all’empolese Mario Tuti, furono aretini gli altri imputati: Luciano Franci, Piero Malentacchi e Margherita Luddi, mentre intervennero altri aretini coinvolti a vario titolo (gli avvocati Ghinelli e Graverini difensori degli accusati,  e altri in qualità di sospettati, fiancheggiatori se non, addirittura, mandanti). Per giungere alla loro assoluzione trascorsero quasi due decenni. Una specie di otto volante giudiziario che vide gli imputati prima condannati (un paio addirittura all’ergastolo) e infine assolti. Sottoposti alla galera, al confino, a una interminabile gogna mediatica, alla distruzione di affetti famiglie e, in definitiva, alla negazione della loro vita. Purtroppo, però, sulla estraneità degli aretini nella strage persistono voci non concordi, come testimoniato dal libro dell’amico Luca Innocenti, contrariamente alla mia convenzione sull’equità della sentenza finale (raccontata nel  “Nero dell’oblio, della violenza e della Ragione di Stato”). Tutto ciò perché accade?

Io e Luca non abbiamo scritto cose diverse per partigianeria politica, né tantomeno per simpatia o antipatia verso gli sventurati protagonisti giudiziari di quel tempo. Il motivo di tanta diversità va cercato nel groviglio di interessi nascosti da tanti segreti di Stato che ancor oggi impediscono di far luce piena sulla verità di quei fatti. Gli storici che scriveranno in futuro – tra quanti decenni? – saranno più fortunati di noi, potendo disporre di carte sparse in Italia e all’estero, oggi inaccessibili.

In breve, cosa ho scritto a proposito degli aretini al processo Italicus? Franci aveva rubato un grosso quantitativo di dinamite alle cave di Civitella. Tra i suoi obiettivi  dichiarati, messi per iscritto in un volantino autografo, c’era un attentato dimostrativo nottetempo alla Camera di Commercio, mandandone in frantumi i vetri. In seguito a quel furto si verificarono “botti” dinamitardi – tra Natale e Capodanno – lungo la linea ferroviaria tra Arezzo e Terontola. Con danni solo a materiale ferroviario. Franci dopo poco fu arrestato mentre in compagnia di Malentacchi si recava a prelevare la dinamite in un nascondiglio, con in tasca il biglietto rivendicativo dell’attentato alla Camera di Commercio, ovviamente non realizzato. In carcere gli fu notificata l’imputazione per la “strage” di Terontola. Dove il “botto” aveva divelto alcuni centimetri di binario,  senza morti né feriti, e i treni erano passati indenni. Pur avendo dimostrato che la notte dell’attentato era in servizio postale alla stazione di Firenze, fu condannato a 17 anni per strage – inesistente – “in concorso con ignoti”. Mai scoperti. Franci, in carcere ad Arezzo in attesa di giudizio, evase con altri due: Felice D’Alessandro e Aurelio Fianchini. Il D’Alessandro scomparve, mentre Fianchini nella redazione di Epoca si consegnò alla polizia dopo aver testimoniato de relato (per sentito dire) che Franci, Malentacchi, Luddi, e (facendo confusione sui nomi) aggiunse Gallastroni e Batani (quest’ultimo era persino in carcere il giorno dell’Italicus!). Gallastroni fu scagionato, ma gli altri furono imputati della strage in concorso con Tuti. A parte il dubbio che Franci abbia  potuto autodenunciarsi di un orrendo delitto, la sequenza del racconto di Fianchini franò al processo, fino addirittura a scomparire da Bologna (sede del processo) all’inizio della sua testimonianza. Ma in treno cosa era esploso: la dinamite di Franci? No! Un potente esplosivo solo di recente in dotazione alla Nato. Che oltre ad esplodere sviluppò un tale calore da liquefare le strutture del treno. Se avrete la curiosità di rileggere la mia ricostruzione del processo tra le tante contraddizioni, invenzioni, ecc., colpisce la messe di depistaggi, per i quali furono inquisiti uomini dei servizi segreti, generali in pensione, ecc. insomma uomini di Stato; senza giungere al perché, ai motivi di tanti depistaggi, ma limitandosi alla semplice condanna. Quando ci furono condanne…

Tuttavia nel polverone ancora impenetrabile, che circonda quel periodo, ad alcuni punti fermi ci siamo arrivati. La stagione della “strategia della tensione” ha rappresentato una delle pagine più infami della Repubblica italiana. Basti ricordare quante persone innocenti ne furono vittime: dalla strage alla Banca dell’Agricoltura a Milano, fino alla stazione di Bologna. E quanti furono i depistaggi messi in atto dagli apparati dello Stato (si dice “deviati”, ma da chi? non certo da estranei agli ambiti politici ), non consentendo alla magistratura di stabilire verità certe su quella sequela di delitti. Sempre che tutti i magistrati si fossero dimostrati desiderosi di giungervi… E quandanche prendessimo per buone le poche sentenze di condanna dei responsabili, restano all’oscuro i mandanti. Ed è solo conoscendo i mandanti che si chiarisce il quadro delle responsabilità.

E’ inutile sottolineare che esiste più del sospetto, bensì la certezza di una convenienza dello Stato-Potere (di ieri e di oggi?) affinché non si faccia piena luce sulla stagione stragista. Che – non sono il solo a pensarlo – rappresentò una vera e propria guerra a basso impatto, con tante vittime civili, militari, giudici, poliziotti…il cui scopo fu destabilizzare il Paese e favorire una sorta di regime autoritario, come in Grecia. Con la differenza che in Grecia il golpe avvenne. Mentre in Italia permase a lungo uno strascico di sangue, di fatto raggiungendo lo stesso scopo che in Grecia: annullando la democrazia impedendo l’alternanza al governo di coalizioni politiche tra loro in competizione. E, in questo senso, la storia italiana mi pare ancor oggi infinita…

(Per un aggiornamento sullo stato attuale della ricerca storica sulla strage dell’Italicus invito ad ascoltare il saggista Massimiliano Griner su RAI tre, il 4 agosto alle 14.)

 

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2 risposte

  1. Luciano

    Ferruccio come sempre cerca di fare capire al lettore con la semplicità della verità che esso ha in tutti i suoi scritti e fa una descrizione anche cromatica se vogliamo in quanto scopre i fatti ma poi i tempi gli danno ragione, una cosa si è dimenticato Ferruccio: Quanti ci hanno mangiato sul sangue di queste povere vittime a Bologna ne hanno fatto non solo una associazione “doverosa?” quanto onerosa per lo stato con essa sono stati eletti onorevoli e senatori della repubblica non dico il partito ma è intuibile penso e non solo tali associazioni percepiscono migliaia di euro dallo stato e mi fermo qui magari Travaglio se gli ci entra l’occhio può andare a verificare cosa c’è dentro………

  2. barulli

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